Augusta Montaruli, deputato di FdI e avvocato nella vita extra-politica, è la prima firmataria di una proposta di legge che punta ad attuare un giro di vite su possesso e spaccio di droga nei casi che vengono rubricati come di “lieve entità”, che prevedono un limite edittale tale che non permette la custodia cautelare in carcere anche per i soggetti che, a seguito di processo, finirebbero comunque dietro le sbarre. Un concetto ben preciso previsto dall’ordinamento, che a sinistra non conoscono e confondono con le casistiche legate alle droghe leggere, sulle quali imbastiscono la propaganda per un mero interesse elettorale. “La mia è una proposta pragmatica”, spiega Montaruli raggiunta da ilGiornale.it, “Le procure sono spesso impegnate a contrastare lo spaccio ma nonostante ci siano fenomeni che coinvolgono droghe come cocaina ed eroina, questi vengono considerati nel singolo episodio come ‘fatti di lieve entità’”.
Questo porta a una applicazione cautelare che non prevede il carcere ma i domiciliari, anche se il soggetto è prevedibile che, a seguito del processo, finisca comunque in regime detentivo. “Il soggetto, che spesso è senza fissa dimora, viene sottoposto all’obbligo di firma e torna sulla strada, probabilmente a spacciare”, prosegue l’onorevole. “Con questa proposta di legge si vuole mantenere il principio di differenziazione nell’applicazione della legge penale a seconda dei casi ma dare alla procura e alla magistratura la possibilità di applicare la misura cautelare in carcere nei casi in cui si suppone che il soggetto tornerà in strada a spacciare cocaina”, prosegue Montaruli, che respinge gli attacchi dell’opposizione. “L’opposizione non tiene in considerazione i casi che avvengono quotidianamente nelle nostre periferie e che meritano una risposta. E questa lo è: il caso in cui vengono arrestati degli spacciatori che si presuppone che all’esito del processo andranno in carcere ma la magistratura è costretta a rimetterli in strada dove queste tornano a spacciare”, spiega l’onorevole.
Davanti alle opposizioni che stanno tentando di ostacolare la proposta parlando di canne e “droghe leggere”, Montaruli replica: “Quando parlano di cannabis confondono, in base alla loro distinzione tra ‘droghe leggere’ e ‘droghe pesanti’”, con lo spaccio di ‘lieve entità’ che è previsto dalla legge e coinvolge droghe come eroina e cocaina. Parlano di cannabis senza considerare che la proposta riguarda droghe che non possono considerarsi leggere”.
Eppure, da sinistra stanno costruendo una vera campagna su questa mistificazione, come dimostrano le parole di Rachele Scarpa del Pd, che rilancia il grande adagio della “legalizzazione e consapevolezza”. Come sottolinea l’onorevole di FdI, la collega del Pd “sono stati al governo 10 anni, potevano farlo nel momento in cui sostengono che la liberalizzazione porterebbe a un miglioramento della situazione della droga. In ogni caso, sta parlando di un problema che non riguarda la mia proposta di legge, che lascia fermo il limite minimo edittale di 6 mesi, come attualmente previsto. Per i casi realmente lievi o per il fatto sporadico non scatta la misura cautelare”. Gli attacchi della sinistra rientrano nel solito modus operandi di “ricerca del consenso” e, con questo metodo, “confonde le idee ai più giovani dicendo che con la cannabis o con la canna si finisce in carcere. Ma non è questo il fenomeno che si vuole reprimere”.
Ma c’è un altro elemento cardine fondamentale della proposta a prima firma Montaruli, con il quale la maggioranza punta a togliere risorse alle organizzazioni criminali che vivono dietro gli spacciatori di quartiere. “Nel secondo articolo prevediamo la confisca: oggi, in caso di applicazione di misura cautelare, ponendo il caso in cui il soggetto abbia 30mila euro di proventi dallo spaccio, le autorità sono costrette a riconsegnarlo perché nell’attuale legislazione non è presente la confisca per la ‘lieve entità’”, spiega il deputato di Fratelli d’Italia. “Questo causa frustrazione alle forze dell’ordine e alla magistratura”, prosegue Montaruli. “Andiamo a combattere le tasche delle organizzazioni criminali.
È un disegno di legge specifico il nostro, che va a colmare una lacuna che vanifica il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura e frustra i cittadini che si ritrovano lo spacciatore arrestato la sera prima di nuovo sotto casa a consegnare la droga, perché è stato sottoposto semplicemente all’obbligo di firma”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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