Pasqua con i tuoi E pure chiusi in casa

Calano partenze e pranzi al ristorante. E ci si mettono pure le tasse: in arrivo quella d’imbarco. Imposta di soggiorno già in 500 Comuni

«Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi» dice il proverbio, ma la crisi è riuscita anche a sovvertire i modi di dire: per la maggior parte degli italiani quest’anno la deci­sione su dove passare le vacanze è stata infatti una scelta ob­bligata. L’au­sterity dei con­sumi si è fatta sentire anche durante il peri­odo pasquale e il riposo a casa è stato di gran lunga preferito a vacanze e gite fuori porta. Se­condo le stime diffuse da Fede­ralberghi, tra­scorreranno la Pasqua tra le mura domesti­che un milione di persone in più rispetto al 2011. Sono in­fatti 9,5 milioni gli italiani che hanno pro­grammato di dormire alme­no una notte fuori, facendo così segnare un me­no 10,3% rispetto al 2001. Un italia­no su due tra coloro che non è par­tito ha dichiarato di rinunciare per motivi economici: un vero e proprio campanello d’allarme per Federalberghi, che in soldoni stima la perdita in un decremento del 4%del giro d’affari.Non a caso Bernabò Bocca, presidente Fede­ralberghi ha sollecitato un con­fronto tra governo, imprese e sin­dacati per fissare le priorità «sen­za le quali il sistema turistico na­zionale rischierebbe di vedere compromessa pure la stagione tu­­ristica estiva ». Anche perché tra la crisi, le tasse di soggiorno e quella in arrivo sull’imbarco aereo,il turi­smo italiano rischia di essere strozzato.

Ma non è solo il settore alber­ghiero a dover fare i conti con il nuovo clima di austerità: secondo Coldiretti quest’anno si è ridotta anche la spesa al ristorante, men­tre sono aumentate del 3% le pre­senze nei più economici agrituri­smi stimate attorno alle 200mila presenze per le festività. I dati Coldiretti confermano che l’aria di crisi tira anche a tavola, con quattro famiglie su dieci che han­no preferito mangiare tra le mura domestiche e magari riscoprire il piacere della cucina casalinga.

Una Pasqua sempre più magra che non risparmia nemmeno l’uo­vo: sono crollati del 10% gli acqui­sti dei prodotti industriali come colombe e uova di cioccolato, mentre molti hanno fanno di ne­cessità virtù riscoprendo il dolce ti­pico della tradizione fatto in casa. E se non bastasse la crisi a pro­sciugare il portafoglio, adesso so­no arrivate pure le tasse: quella di soggiorno a cui hanno fatto ricor­so in misura massiccia i comuni italiani e quella ancora da applica­re sull’imbarco aerei attiva dal 2013. Al termine delle vacanze di Pasqua, in parecchi noteranno in­­fatti che sulla ricevuta di alberghi e bed and brakfast spunterà una voce di spesa in più:l’importo rela­tivo alla tassa di soggiorno appun­to, che è stata introdotta nel 2011. Solo che allora in pochi se ne ac­co­rsero perché i Comuni che deci­sero di applicarla si contavano sul­le dita di una mano, mentre ades­so gli enti che l’hanno adottata so­no oltre 479. Non una grossa spe­sa - un massimo di 5 euro per ogni notte di soggiorno –ma in periodo di ristrettezze anche i piccoli sacri­fici pesano.

Come quelli che an­dranno a incidere sul portafoglio di chi volerà nel 2013: da luglio del prossimo anno infatti è prevista l’addizionale comunale sui diritti di imbarco degli aerei: due euro in più per ogni passeggero studiati per coprire i costi per la riforma del mercato del lavoro. Pochi eu­ro si dirà, ma quando tanti piccoli sacrifici si sommano finiscono per trasformarsi in grosse rinun­ce.

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