Il Pd oggi si riunisce per decidere su chi puntare il 14 novembre, in quelle primarie da cui dovrà uscire il nome dell’anti Moratti, lo sfidante del sindaco uscente alle elezioni comunali del 2011. Uno dei candidati, l’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida lancia il suo altolà.
Professore, allora va fino in fondo. Cosa la spinge a questo impegno dopo una carriera come la sua?
"Non ho ambizioni personali, la mia intenzione è quella di dare, col mio impegno, una speranza a questa città, in un momento in cui sembrano prevalere logiche che vedono la politica come un mondo lontano e governato da logiche impenetrabili".
Gli altri candidati del centrosinistra non le sembrano dare garanzie in questo senso?
"Non voglio parlare degli altri. Io ho la mia storia, le mie idee, che propongo a chi vuole costruire un’alternativa all’attuale amministrazione. E non sono affatto isolato, tanti giovani sono con me, li vedrete".
Su quali forze può contare?
"Credo di poter essere il punto di coagulo di tante persone, gruppi, circoli, ambienti anche non direttamente impegnati in politica. E Milano, come sappiamo, non è povera di energie".
Il suo incarico istituzionale le potrà garantire contatti e legami politici ad alto livello?
"No semmai è vero che il mio mandato alla Corte mi ha tenuto lontano per un bel po’ dalla politica. Per me parla la mia storia, chiunque la può vedere".
Si è scritto che lei garantirebbe, rispetto agli avversari, una maggiore attrazione verso il centro, l'area cattolica? Lo rivendica?
"Non ragiono in termini di scacchiera politica, anche se ovviamente auspico una coalizione la più larga possibile, è naturale".
Si aspetta tanta gente alle primarie?
"Quanto più le primarie saranno partecipate tanto maggiore sarà la loro forza e validità. Sottolineo che sono primarie “aperte”, cioè non limitate agli iscritti o ai militanti dei partiti, sono direttamente coinvolti gli elettori".
Dunque cosa chiede al Pd che si riunisce per decidere a chi dare il suo sostegno in vista delle primarie di novembre?
"Chiedo solo una scelta coerente rispetto a questo carattere aperto delle primarie. Se non fossero aperte io da indipendente non potrei partecipare. Dunque chiedo che siano gli elettori e non i gruppi dirigenti dei partiti a scegliere. Altrimenti si verificherebbe una contraddizione evidente rispetto alla natura delle primarie".
Quindi chiede che decidano gli elettori e non gli apparati.
"Certo, le primarie non devono misurare i rapporti di forza fra i partiti o fra pezzi di partiti, devono essere uno strumento di scelta nelle mani degli elettori".
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