Roma - La mozione di sfiducia al ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, sarà votata dall’aula della Camera il 29 novembre. E' quanto ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La decisione è stata presa su richiesta del Pd, che ne ha preteso la calendarizzazione nello spazio riservato all’opposizione nel calendario di novembre, ritirando la mozione sulle "madri in carcere". In calendario anche le mozioni di Futuro e libertà sulla Rai e quella dell’Italia dei valori per il ritiro delle deleghe al ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, il 22 novembre.
La protesta del Pdl Il voto sulla sfiducia individuale a Bondi ha fatto insorgere la maggioranza. "Lo consideriamo - ha denunciato il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto, al termine di oltre un’ora di riunione dei capigruppo con il presidente Gianfranco Fini - una grave lesione dell’accordo istituzionale che era stato raggiunto sulle mozioni riuguardanti la fiducia al governo a garanzia dell’approvazione senza traumi della legge di stabilità, anche in considerazione della delicata situazione economica internazionale".
La replica del Pd "La mozione di sfiducia al ministro Bondi - ribatte deciso il capogruppo Pd Dario Franceschini che ha chiesto e ottenuto il voto - non c’entra assolutamente nulla con l’intesa istituzionale raggiunta e che noi intendiamo rispettare".
Alfano: contiamo nel sostegno del Fli "Confidiamo in un atteggaimento delle forze politiche che hanno sostenuto il governo fino a qui, e mi riferisco in primo luogo al Fli". Così il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, risponde ai cronisti in Transatlantico in merito alla mozione contro Bondi. Al Fli, continua Alfano, "crediamo che competa anche la possiblità di non consentire che un ministro che ha lavorato con il sostegno di Fli, o comunque dei singoli deputati di Fli fino a questo momento, venga sfiduciato con il voto determinante di Fli, per la caduta dolorosa della domus dei gladiatori, che non è attribuibile in termini di responsabilità al ministro. Non si può politicizzare tutto", conclude Alfano.
Bocchino: su Bondi e calderoli non faremo guerriglia I finiani non intendono "scatenare una guerriglia" in parlamento sulla mozione di sfiducia individuale al ministro Bondi. A spiegare la linea di Futuro e libertà per l’Italia è il capogruppo alla Camera Italo Bocchino. "Non vogliamo cogliere l’occasione della mozione di sfiducia nei confronti di Bondi o della mozione che vuole ritirare le deleghe al ministro Calderoli per scatenare una guerriglia", afferma Bocchino intervistato dal Tg3. "Noi abbiamo posto una questione seria, che riguarda il governo e le aspettative degli italiani rispetto a ciò che governo deve fare.
Quindi ci interessa l’appuntamento del 13 e del 14 dicembre, e non aprire una guerriglia per una cosa che è oggettivamente di minore importanza e di minore portata rispetto al problema alto e nobile che abbiamo posto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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