Perché Della Valle attacca Geronzi

Il patron di Tod’s torna in tv per accusare ancora il presidente delle Generali di agire impropriamente. Ma la vera partita di potere riguarda il Corriere della Sera e gli affari delle concessioni ferroviarie

Perché Della Valle attacca Geronzi

L’intervista di Diego della Valle alla trasmissione «In mezz’ora» di Lucia Annunziata su Rai Tre ha messo in luce la duplicità del personaggio, che mentre si atteggia a imprenditore di libero mercato, che non vuole fare politica, ma guardare solo al compito delle imprese di fare profitto, in realtà intreccia la politica, con gli affari, tramite i giornali. È una tradizione che ha avuto il suo apice con personaggi come Gianni Agnelli e la famiglia Pirelli. Anche ora, come allora, ci sono centrali di potere finanziario quali il salotto buono Mediobanca e i giornali, attorno al gruppo Rizzoli Corriere della Sera. E anche ora vige il principio che le quote azionarie si pesano, non si contano: gli intrecci di potere, mediante i patti di sindacato e gli incroci azionari, tra banche, assicurazioni, imprese e giornali, fanno sì che gli azionisti che stanno nei consigli di amministrazione sono «più eguali degli altri», cioè a parità di quote, contano di più.
Della Valle occupa un ruolo di «più eguale degli altri» grazie alle partecipazioni in Mediobanca e Rcs e a quella in Generali, al fatto che siede nei consigli di amministrazione di Rcs e Generali. Questa, oltreché a Mediobanca e Rcs, partecipa con il 15% alla Ntv di cui Della Valle è azionista di maggioranza assieme a Luca Cordero di Montezemolo e assieme a Sncf, la ferrovia di Stato francese che ha il 20%. Ntv ha in concessione da Rfi, appartenente al 100% a Ferrovie dello Stato Spa, l’alta velocità sulle tratte Torino-Napoli e Venezia-Roma in concorrenza con Trenitalia di Fs al 100%.

Della Valle non ha le maniere tradizionali del «salotto buono». Nell’intervista all’Annunziata ha nuovamente definito «arzilli vecchietti» i due esperti banchieri Giovanni Bazoli e Cesare Geronzi, e accusato questo secondo di fare un uso improprio del suo potere di presidente di Generali mediante la quota che questa ha in Rcs. Ciò «dando l’impressione che è lui alla guida di Rcs. Tutto questo non è vero». Perciò Generali deve vendere la sua quota in Rcs. Del resto, secondo Della Valle, la quota di Generali in Rizzoli non è una partecipazione economica, ma di sistema e va venduta nell’interesse degli azionisti.
Ora, il super Diego è certamente un bravo imprenditore. Il gruppo Tod’s è una grande impresa, multinazionale cresciuta per merito economico, al di fuori della politica, che fa buoni utili. E Della Valle è anche diventato primo azionista di Saks Fifth Avenue, prestigiosa casa statunitense di grande distribuzione nella fascia alta, superando con il suo 19% il magnate messicano Carlos Slim, che ne ha il 16%. E sin qui super Diego è convincente. Ma non lo è affatto come stratega di Assicurazioni Generali, nelle sue tirate contro Geronzi, piene di contraddizioni.

Infatti, se Geronzi ha poco peso in Rcs, perché gli altri azionisti o il management del gruppo e i suoi giornalisti dovrebbero credere che ne ha, come se fossero dei bambini anziché degli esperti bene informati, dato il ruolo che hanno e il compito che svolgono? E perché se Geronzi fa un uso improprio di tale piccolo potere, facendo credere di averlo, mentre non lo ha, perché Generali dovrebbe vendere la quota in Rcs? Non si è mai sentito dire che una società debba vendere le sue quote azionarie in un’altra società a causa del fatto che il suo presidente, che conta poco in questa seconda società, fa credere di contare molto.

E poi, perché la vendita in questione sarebbe una buona scelta economica per Generali, mentre Della Valle stesso dichiara candidamente all’Annunziata che adesso Rizzoli Corriere della Sera rende poco, ma in futuro renderà molto e quindi, per lui si tratta di un buon affare? Perché una società ben capitalizzata come Generali che ha una partecipazione che al presente rende poco, ma in futuro renderà molto, la deve vendere quando vale poco? Per fare un piacere a Della Valle che così può acquistarsi quella quota?

Da questi contorcimenti emerge il disegno che non è economico, ma politico-economico, quello di accrescere la propria quota in Rcs, per costruirvi un’alleanza di sistema in cui lui sia ancora più eguale degli altri che ora. Per adesso a super Diego sembra di essere ancora un «padrone del vaporetto», ma ambisce a diventare un «padrone del vapore».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica