Milano e il Teatro alla Scala celebrano il centenario della nascita del regista Franco Zeffirelli dedicando al grande Maestro la mostra “Zeffirelli - Gli anni alla Scala”, allestita nel Museo del Teatro. Curata da Vittoria Crespi Morbio, Presidente dell’Associazione Amici della Scala, coordinata dalla Direttrice del Museo Donatella Brunazzi e allestita da Valentina Bellavia con le grafiche di Emilio Fioravanti; aperta fino a giovedì 31 agosto 2023, da lunedì a domenica, dalle 9.30 alle 17.30 con ultimo ingresso alle 17.00.
In mostra, nel Ridotto dei Palchi e nella Biblioteca del Museo, bozzetti originali, i preziosi costumi della Turandot e La Bohème firmati da Zeffirelli, locandine, abiti di scena, fotografie dei 21 spettacoli scaligeri che testimoniano il suo modo di relazionarsi con gli interpreti e i lavoratori del teatro, dietro le quinte. Produzioni da lui firmate per il Teatro alla Scala dal 1953 al 2006, espressione di oltre mezzo secolo di carriera e di stili; la sua idea di teatro è sempre presente nel luogo, nella memoria e nel cuore di tutti, un’idea di teatro che, con le sue messe in scena spettacolari, la ricchezza e la magia delle scenografie, l’originalità degli impianti spaziali, riesce a catturare anche il grande pubblico oltre a quello colto, con milioni di spettatori in tutto il mondo.
“La grandezza di Zeffirelli - spiega Riccardo Chailly - è stata quella di capire il senso profondamente umano di tutti i personaggi che ha rappresentato nella sua carriera, dal cinema, al teatro di prosa all’opera. L’umanità dei suoi personaggi ha toccato per decenni il pubblico che lo ha seguito e continua ancora oggi a commuovere”.
la mostra è arricchita, nella prima sala del Museo, da un documentario realizzato da Francesca Molteni, la curatela editoriale è di Mattia Palma che cura anche il catalogo; il video racconta l’esperienza del regista alla Scala e la collaborazione con i più grandi personaggi come Herbert von Karajan, Carlos Kleiber, Domingo, Corrado Pavolini, Carlo Maria Giulini, Maazel, Muti, la Callas con la quale ebbe un sodalizio artistico ma anche una profonda amicizia, dal racconto delle testimonianze di Riccardo Chailly, Dominique Meyer, Plácido Domingo, Mario Martone, Davide Livermore, Emilio Sala e Vittoria Crespi Morbio.
“L’attività di Franco Zeffirelli alla Scala - ricorda Dominique Meyer - ha lasciato un segno vivo nella storia e nell’identità stessa del Teatro; i suoi spettacoli sono ancora nel cuore e nella mente di tutti coloro che entrano nella sala del Piermarini, paradossalmente anche di chi non li ha mai visti. Fare parte dei miti della Scala significa proprio questo: oggi non sono in molti ad aver visto dirigere Arturo Toscanini, eppure la sua presenza si percepisce ancora”.
Franco Zeffirelli, regista fiorentino, nato il 12 febbraio 1923 e scomparso a Roma il 15 giugno 2019; negli anni Quaranta le due prime esperienze teatrali sono con Luchino Visconti. Ha diretto film per il cinema, messo in scena rappresentazioni teatrali come la Carmen, la Traviata, la Bohème; il suo esordio come scenografo e costumista risale alla primavera del 1953 con “L’Italiana in Algeri” di Rossini, regia di Corrado Pavolini e subito dopo come regista della “Cenerentola” sempre di Rossini, diretta da Carlo Maria Giulini. Nel 1955 mette in scena “Il Turco in Italia” con Maria Callas, nel 1963 “La Bohème” di Puccini e “l’Aida” di Verdi riscuotendo grande successo. Nel 1976 inaugura la stagione della Scala con “Otello” di Verdi, diretto da Carlos Kleiber, per la prima volta anche in diretta televisiva Rai; nel 1983 apre con “Turandot” di Puccini, diretto Maazel; apre la stagione scaligera anche nel 1992 con “Don Carlo” di Verdi, diretto da Muti e nel 2006 con una nuova versione “dell’Aida” e la direzione di Riccardo Chailly. Fino all’ultimo ha disegnato tutti i bozzetti degli allestimenti e curato e condiviso le fatiche delle maestranze con la sua costante presenza.
Il Teatro alla Scala è opera del Piermarini, su incarico dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, progettato dove sorgeva la Chiesa di Santa Maria alla Scala dopo che nel febbraio del 1776 un incendio ha distrutto il Teatro Regio Ducale. Appena due anni di lavori e aprì, nel cuore di Milano quello che sarebbe diventato ben presto uno dei più prestigiosi teatri del mondo, ospitando grandi interpreti di opere liriche, balletto e musica classica. Nel 1943 il Teatro fu danneggiato dai bombardamenti, immediatamente ricostruito, nel maggio del 1946 riapre con un concerto diretto da Arturo Toscanini. Più recente, dal 2002 al 2004, è l’importante intervento di restauro e modernizzazione, realizzato da Mario Botta, con le due nuove torri, scenica ed ellittica, oltre agli ambienti di servizio nei retrostanti edifici.
Il Museo del Teatro alla Scala nasce per volere e con il contributo di privati cittadini e dello Stato Italiano, nei propri spazi ospita importanti mostre; comprende una biblioteca che ai 10.000 volumi iniziali si aggiungono i 54.000 del lascito Renato Simoni degli anni Cinquanta e altre donazioni fino ad un patrimonio di oltre 150.000 volumi.
Molto ricco e interessantissimo inoltre è l’archivio che custodisce bozzetti, manoscritti musicali di opere, lettere autografe, fotografie, incisioni, locandine, libretti d’opera, a rappresentare l’intenso lavoro di attori, compositori, registi, cantanti.
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