Pilar Fogliati, “La mia Delia in Cuori2 divisa tra ragione e sentimento”

Intervista all'attrice che torna con la seconda stagione di "Cuori" la fiction dei record, in onda dal 1° ottobre su Rai1

Pilar Fogliati torna a vestire i panni della cardiologa Delia Brunello, nella seconda stagione della fiction "Cuori" in onda su Rai1 da domenica 1 ottobre alle 21,25
Pilar Fogliati torna a vestire i panni della cardiologa Delia Brunello, nella seconda stagione della fiction "Cuori" in onda su Rai1 da domenica 1 ottobre alle 21,25

La prima volta che ho intervistato Pilar Fogliati era una giovane attrice dalle grandi speranze. Proprio in quell'occasione fantasticammo insieme, tra progetti e sogni, su quello sarebbe diventata per il mondo del cinema italiano. Sono passati anni da quell'incontro e ora che è di nuovo davanti a me per questa nuova chiacchierata, gli occhi grandi e la forza di Pilar sono gli stessi, quello che è cambiato è la lunga strada che ha percorso, che l'ha portata ad essere ora delle attrici più amate del nostro Paese. Regista giovanissima di "Romantiche" scritto insieme a Giovanni Veronesi, sta ora promuovendo la nuova stagione di Cuori l'amatissima fiction di Rai 1 in onda da domenica 1° ottobre, alle 21.25.

Il suo personaggio è quello di Delia Brunello, una brillante cardiologa specializzata a Houston, negli Stati Uniti, dopo aver vinto una borsa di studio. Una donna moderna nonostante l'epoca, che è anche un simbolo attuale della fatica che fanno ora le donne per emergere e dimostrare di essere in gamba tanto quanto gli uomini.

Cuori 2 la serie

Racconta attraverso vicende romanzate e liberamente tratte dalla realtà, le prime tecniche mediche sui trapianti e la realizzazione del primo cuore artificiale, messo a punto alla fine degli anni '60 nel reparto di chirurgia dell'ospedale Le Molinette di Torino. In questa seconda stagione il neurochirurgo Alberto Ferraris (Matteo Martari), Cesare Corvara (Daniele Pecci) e gli altri medici delle Molinette di Torino, sono impegnati a inventare nuove soluzioni creative: come un sistema per il monitoraggio a distanza sfruttando il telefono o addirittura un piccolo pezzo di legno utilizzato per stabilizzare il flusso di sangue nel cuore. E non manca neanche un grande progetto quello di migliorare in Italia il progetto originale del primo pacemaker creato in America.

Le implicazioni sentimentali

Ma la fiction non tratta solo di temi di chirurgia, nei corridoi deil'ospedale si intrecciano amori e grandi passioni che hanno tenuto incollati milioni di telespettatori regalando a questa serie un successo clamoroso. Cosa succederà al suo personaggio è la prima domanda per Pilar

Cosa succede in questa seconda stagione a Delia bravissima cardiologa dal cuore tormentato, moglie del primario Cesare Corvara, ma legata anche al cardiochirurgo Alberto Ferraris?

"Diciamo che il triangolo amoroso si affollerà con un nuovo arrivo, anche se rimane centrale il grande quesito che è un po' il paradosso dell'amore: quello dell'eterno dubbio tra il cuore che ti dice che quello che hai davanti è la persona giusta e la ragione, che non è meno forte o romantica ma sicuramente più razionale. Questo rimarrà fondamentale anche nella seconda stagione. Per Delia ci sarà poi una novità, una neonata a cui ha salvato la vita e promesso alla madre che se ne prenderà cura. Inizialmente lo farà con grande professionalità, poi comincerà a crescere in lei un senso materno e di cura, che in qualche modo la coinvolgerà, visto che si ritroverà molto sola. L'unico che riuscirà a strapparle un sorriso è un nuovo personaggio, un commissario, Marcello Giraudo (Alessandro Tersigni) arrivato in ospedale per indagare su una morte sospetta".

Cuori è solo la punta dell'iceberg di quello che sta facendo ora, la sua è una carriera che sta andando alla velocità della luce.

"Sono sul set di 'Romeo e Giulietta' diretto da Giovanni Veronesi, (con lei che è la protagonista anche Sergio Castellitto), stanotte ad esempio abbiamo finito di girare alle 4 di mattina. Prossimamente uscirà al cinema anche 'Confidenza' diretto da Daniele Lucchetti (Elio Germano e Vittoria Puccini gli interpreti), e poi in 'Finché notte non ci separi' di Riccardo Antonaroli. A dicembre su Netflix anche la seconda stagione di 'Odio il Natale'. È vero sto lavorando tantissimo e ne sono felice. Mi ricordo che l'ultima volta che ci siamo incontrate avevo tante aspettative ed invece è andato tutto molto meglio di quello che mi aspettavo. È fondamentale avere sogni anche se io ho i piedi ben piantati per terra".

Il suo personaggio è quello di una donna dalla grande forza e molto più avanti rispetto all'epoca in cui viveva, dove soprattutto la medicina e la cardiochirurgia erano professioni maschili.

"Di lei mi ha affascinato molto la determinazione, l'intelligenza con cui riesce a farsi rispettare in un ambiente maschile, riuscendo soprattutto a rimananere solidale con le donne. La verità è che Delia ha saputo conquistare un posto in ospedale grazie al suo talento e alle sue capacità straordinarie che si sono rivelate più forti di ogni pregiudizio, perché lei, come molte donne anche oggi, è semplicemente brava".

Spesso gli attori arrivano alla regia dopo un lungo percorso, lei è riuscita a sdoganare anche questo tabù arrivando a dirigire il suo primo film "Romantiche" giovanissima.

"In realtà sono due professioni completamente diverse quelle della recitazione e la regia. Mi sono presa questa responsabilità, anche di sbagliare, solo ed esclusivamente perché avevo una tale conoscenza dei personaggi e di cosa volevo venisse fuori. Soltanto in quel caso ti puoi buttare. Non mi sento una regista, ho solo raccontato una storia come solo io potevo immaginarla visto che parlava di personaggi creati da me".

Le piacerebbe tornare nuovamente alla regia?

"L'idea è già in cantiere, ancora non c'è la sceneggiatura ma solo un soggetto".

Lavorerà sempre insieme a Giovanni Veronesi?

"Sì ormai per me è diventato una sorta di pigmalione. Non so quanti altri maestri a 60 anni dopo aver girato grandi film successo si mettano ad insegnare. Questa cosa è stata di una generosità commovente, le sarò sempre grata".

Spostandoci sull'attualità lei che è molto giovane, riesce a comprendere questa enorme ondata di violenza che sta cambiando volto al nostro Paese?

"Non credo che sia solo un problema di oggi, in realtà c'è sempre stata, e non la collego ai tempi che viviamo o all'abuso della tencologia o del porno. Penso che purtroppo la risposta è sempre soltanto nella scuola, nell'educazione e nella cultura. Bisogna insegnare fin da piccoli ai ragazzi cosa sia il rispetto. Il filosofo e psicanalista Umberto Galimberti dice che i 'raptus' non esistano, ma esista una cultura della violenza da sradicare. L’educazione all’affettività serve anche a questo e comunque e se vivi in questa società e devi rispettare le regole di convivenza".

Anche l'ossessione dell'immagine, che è molto diffusa, è pericolosa soprattutto per le ragazze giovani.

"Questo perché prima ti guardavi allo specchio e affrontavi da sola la tua immagine, ora invece con i social guardi gli specchi di tutto il mondo, cioè vedi le immagini degli altri e non puoi che compararti. Una volta una ragazza mi ha detto che aveva paura di incontrarsi con un ragazzo con cui si era solo scritta sui social. Pensavo avesse il problema dell'imbarazzo, ma sbagliavo il suo timore è che lui non la trovasse bella come era invece sui social.

Questa cosa l'ho trovata terribile ma anche indicativa sui tempi che viviamo dove il discorso è sempre riportato, sia in positivo che in negativo sull'aspetto fisico che diventa quasi un'ossessione. Se ne parla troppo creando un'aspettiva enorme che soprattutto nel periodo dell'adolescenza è difficile da affrontare".

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