Il Perugia in bancarotta: crac da 80 milioni di euro Castello di Gaucci all'asta

All'asta la tenuta nel viterbese di Luciano Gaucci: 55 vani più vari giardini. "La vendita servirà per per soddisfare i creditori del fallimento dell'Ac Perugia"

Il Perugia in bancarotta: 
crac da 80 milioni di euro 
Castello di Gaucci all'asta

Perugia - Una fortezza oramai espugnata. Luciano Gaucci, nei giorni scorsi, è tornato alla ribalta dichiarando l’intenzione di comprare il torino e rilanciarlo a fronte dei deludenti risultati in serie b. In realtà, un primo tentativo di vendita del castello di Torre Alfina, immobile situato nel comune di Acquapendente (Viterbo) e costituito da 55 vani più vari giardini, era stato effettuato già lo scorso anno con l’avvio di una procedura di vendita senza incanto, che si era "esaurita in assenza di offerte", spiega il curatore fallimentare, Carlo Moriconi.

Nessuna offerta Nessuna offerta era stata presentata entro la data indicata, ovvero il 7 ottobre 2009. Ora partirà la seconda fase dell’operazione, con l’avvio il 4 febbraio dell’asta con incanto. Il castello di Torre Alfina era stato di proprietà, attraverso la siata, di Luciano Gaucci, che aveva visto confiscare tutti i beni dopo il crac dell’ac perugia spa nel 2005, su cui i gaucci hanno patteggiato, ma restano in piedi contenziosi a livello civile. "Torre Alfina è un bene dell’ac perugia", sottolinea l’avvocato moriconi e "la vendita servirà quindi per soddisfare i creditori del fallimento", considerando che vi sono ancora "contenziosi aperti" tra Gaucci e i creditori dell’ac perugia, relativi alle responsabilità degli ex amministratori nei confronti della società di calcio. A luglio 2009 il sindaco di Acquapendente, Alberto Bambini aveva definito la storia relativa a torre Alfina "molto sofferta e complicata".

Gaucci aveva "un vasto patrimonio diviso in lotti", aveva spiegato il sindaco, "uno intestato alla siata, andata all’asta un paio di volte. In tutto sono 18 lotti, tra cui il castello, nell’ultimo periodo gestito dal figlio più piccolo, Riccardo"

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