Piccole grandi opere

Sempre nuovi dipietrini ti spiegano che il governo Berlusconi ha cominciato le grandi opere senza un’adeguata copertura finanziaria, ma ignorano come ogni autentica visione politica non sia che un passo sempre un poco più lungo della gamba. Si potrebbe rispondere che da principio non c’erano neppure tutti i soldi che servivano per costruire l’Autostrada del Sole, e che infatti la sinistra si oppose pure a quella. Si potrebbe rispondere che i cantieri aperti dal governo Berlusconi rappresentano il piano di modernizzazione infrastrutturale più importante e necessario da mezzo secolo a questa parte, e si parla di cantieri per 51 miliardi di euro alla fine del 2005 (il 40,5 per cento del totale previsto) quando nei cinque anni precedenti erano stati investiti soltanto 7 miliardi. Dunque, se non ci sono i soldi, ebbene trovateli, datevi da fare esattamente come ha fatto il governo precedente e come ha fatto ogni capofamiglia che volesse riuscire a comprare una casa o a far studiare i figli anche se il conto piangeva: intanto ci si prova, si comincia, si butta il futuro oltre l’ostacolo, si scommette su se stessi.

Si potrebbe rispondere, volando alto, che l’uomo non aveva neppure tutte le risorse necessarie per uscire dalle caverne. Volando basso, che dieci uomini, ieri pomeriggio, non avevano neppure le risorse per condurre in porto né una partita né un risultato.

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