RomaIl primo segnale forte è che leuro vale più di Euro 2012. Lincontro bilaterale tra il premier italiano Mario Monti e il presidente francese François Hollande inizia quando lItalia tutta scalda già le valvole per la partita con la Croazia. I giornalisti fremono e si attendono come già avvenuto tante volte che lappuntamento istituzionale si pieghi alle regole del tifo e invece no: il tiepido calciofilo Monti non si preoccupa di accelerare lincontro, che dura quasi due ore e mezzo. Così la susseguente conferenza stampa si sovrappone alla partita dei Prandelli-boys, con buona pace dei cronisti, che si perdono il primo tempo. E il boato al gol di Pirlo è solo un interludio di pochi secondi. «Presidente, è in corso una partita...», sembra scusarsi Monti. Per i giornalisti danno e beffa: faranno in tempo a vedersi il pari croato.
La crisi è crisi, sembra quasi ammonire Monti. «È un momento cruciale per il mondo e per lUnione europea», sentenzia ai cronisti che scalpitano come Fantozzi e i colleghi costretti dal capo a guardare La Corazzata Potëmkin invece che la nazionale. Poi si entra nel vivo: «Abbiamo registrato una fortissima convergenza di vedute su tutte le principali questioni sul tavolo dellEuropa», dice Monti. Hollande si unisce al minuetto facendogli i complimenti: «Ho molto rispetto per lazione che state portando avanti», dice al premier italiano. Che tira le somme: «Abbiamo valutato molto positivamente quello che è stato fatto a livello europeo per affrontare la crisi», anche se «non è poco ma non è stato sufficiente a tenere leuro al riparo dalle turbolenze. Dobbiamo agire». Tra le ipotesi oggetto di discussione, quella dellemissione di titoli comuni. Se ne riparlerà in un secondo incontro bilaterale che si terrà a ottobre.
Rigore o sviluppo? Il vertice tricolore proponeva questo dilemma in primo piano. «Non è un buon affare trascurare la disciplina dei conti pubblici, ma tale disciplina non basta per la crescita, per lo sviluppo, per aumentare i posti di lavoro», spiega il Professore. Che poi è ancora più esplicito: «Oggi la crescita deve avere una priorità elevata, già lo scorso 23 maggio io e Hollande ci siamo trovati sulla stessa lunghezza donda». E linquilino dellEliseo conferma: «Cè la volontà di fare della crescita il nostro obiettivo - dice Hollande - Abbiamo bisogno di risorse da immobilizzare immediatamente per la ripresa dellattività economica». Insomma, le tre parole dordine sono «crescita, stabilità e integrazione». Hollande sottolinea anche la necessità di attivare «meccanismi contro la speculazione», tema sul quale assicura che al prossimo Consiglio europeo non accetterà «mezze misure». E la Grecia? Monti e Hollande sono generosi: «Riaffermo il desiderio, e ne abbiamo parlato con Hollande, che Atene resti nelleuro e rispetti i suoi impegni». Anche perché «i nostri Paesi insieme contribuiscono per il 40 per cento verso la Grecia e gli altri Paesi che hanno bisogno». Dopo Monti, Hollande va dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che alla fine racconta che nellincontro «si è messa a fuoco la necessità di far scaturire dal Consiglio europeo di fine mese la più ferma e concreta determinazione di consolidare lirrinunciabile conquista delleuro». Napolitano ricambierà peraltro la visita di Hollande a fine anno.
Il convitato di pietra nel giovedì italo-francese naturalmente è Angela Merkel. Monti ha per lei parole di stima: «So che la cancelliera Merkel, come me e Hollande e gli altri capi di Stato, è perennemente in cerca di soluzioni per lEuropa». Lei, la preside integerrima delleurozona, da Berlino ridimensiona il ruolo della Germania nella crisi europea: «Tutti si aspettano dalla Germania la mossa decisiva, chiedono gli eurobond, un fondo di riscatto, altri miliardi. Io dico sì, la Germania è forte, è un motore della crescita ed è unancora della stabilità in Europa. E mette a disposizione il suo benessere non solo per il popolo tedesco, ma per tutta lEuropa, perché siamo convinti che lEuropa sia il nostro futuro e il nostro destino. E che se fallisce leuro fallisce lEuropa. Ma la forza della Germania non è infinita, le nostre energie non illimitate». Anche per questo la Merkel manda lennesimo messaggio ai derelitti alleati: «La strada per uscire dalla crisi è difficile, una fatica di Ercole e comporta misure pensanti e dolorose, ma non si possono scegliere soluzioni facili».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.