Pioggia di proiettili contro il negozio: nel mirino il presidente anti-usura

Una grave intimidazione contro Frediano Manzi: ignoti hanno esploso cinque colpi di pistola contro le serrande del negozio nell'hinterland milanese

Pioggia di proiettili contro il negozio: 
nel mirino il presidente anti-usura

Milano - Cinque colpi di pistola. Cinque fori sulla vetrina del chiosco di fiori gestito dal presidente dell’associazione Sos Racket e usura, Frediano Manzi, nell'hinterland milanese. L’attentato di questa notte è contro di lui, "colpevole" di aver denunciato nelle settimane scorse attraverso un video il racket delle occupazioni abusive nei quartieri popolari di Milano. "Colpevole" di aver messo in luce attraverso l’inchiesta pubblicata su questo giornale la presenza di associazioni criminali, di veri e propri clan che gestiscono l’illegalità nelle zone più degradate della città. Sul materiale raccolto dall’associazione così come sui filmati è stata aperta un’inchiesta della Procura.

È stata una dipendente del negozio di Manzi a notare questa mattina alle 7.45 i fori sulla saracinesca del locale e all’ingresso una lettera anonima di minacce: "Questo è solo un avvertimento, la prossima volta tocca a te e alla tua famiglia". Sarà la Squadra mobile, sotto il coordinamento del pubblico ministero Antonio Sangermano, a occuparsi dell’indagine sull’attentato di questa notte. Dopo l’intervento dei carabinieri, il chiosco è stato transennato per permettere alla scientifica di lavorare mentre il foglio scritto è ancora appeso sulla porta del negozio.

Intanto arrivano le prime reazioni di politici e istituzioni. "Sono episodi drammatici da condannare con tutto l’aiuto delle forze dell’ordine", ha dichiarato l’assessore comunale alla casa Gianni verga. "Valuteremo a livello comunale eventuali iniziative di solidarietà a Manzi". Duro anche il commento del dirigente lombardo del Pdl e assessore regionale Stefano Maullu: "Gravissimo atto di intimidazione che deve trovare pronta risposta da parte delle istituzioni. La mia personale solidarietà a Manzi e la riconferma del mio impegno contro l’usura e il racket delle occupazioni abusive. Lo Stato deve impegnarsi ad assicurare la sicurezza e la legalità". Solidarietà e sostegno anche dall’associazione Codici: "Il grave atto intimidatorio è stato messo a punto per scoraggiare le azioni contro il racket delle case popolari che ha messo in luce un giro usuraio e criminoso.

Ci aspettiamo dallo Stato una risposta forte, perché una risposta tiepida sarebbe una forma di accondiscendenza verso, non solo l’atto in sé, ma anche verso chi osteggia quanto Sos usura sta facendo contro il racket delle case popolari". 

 

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