Sanremo - D’altronde questa è la sua specialità: offrire di tutto un po’, ma senza esagerare. Però, e Baudo lo sa, ci vuole il pizzicotto, il colpo di scena. E così stasera - secondo quanto previsto dal copione e che il Giornale è in grado di anticipare - dopo aver presentato Fabio Concato che canta un brano sul mondo del lavoro a cinquant’anni (e prima di uno spot a favore della Fondazione Fabrizio De Andrè), sua Pippità si lancerà in una bella sterzata populista, di quelle che non puoi non essere d’accordo. Dopo che Michelle Hunziker spiegherà questo «tema di grande attualità», Baudo dirà (più o meno?): «Oggi se a cinquant’anni sei licenziato, ti trovi in una fascia di mezzo che non conta niente, non sei né vecchio né giovane. Questa è una delle leggi spietate dell’economia. A cinquant’anni una volta ti sentivi realizzato, ora sei da buttare. Non sei più nessuno perché gli altri dicono che non sei un consumatore».
Applausi inevitabili (e chi vuole può leggerci anche un messaggio trasversale a Mediaset) e pazienza se lo stesso Pippo, settant’anni compiuti al comando del suo dodicesimo Festival, è una clamorosa eccezione alla regola. Però, archiviato l’impegno sociale, Pippo sarà come il solito. Cioè giocherellone: pochi minuti dopo l’inizio, annuncerà Michelle Hunziker ma la scalinata, che è l’aristocratico trampolino di ogni primadonna sanremese rimarrà desolatamente vuota. In realtà lei è in platea e compirà il rito al contrario, partendo dalla sala e arrivando fin lassù in cima all’ultimo gradino. Oppure sua Pippità farà il sornione, inscenando con Michelle una discussione d’amore (reciproco): «Sai Pippo, non ho dormito, pensavo a noi». E lui: «Anch’io, mi sono girato nel letto e sono giunto alla conclusione...». E qui parte il duetto con il sorriso sulle labbra in Non ho l’età di Gigliola Cinquetti. Infine Pippo farà il Baudo, accentratore e compiaciuto, gigantesco protagonista della televisione italiana e dei suoi annessi e connessi. Annunciando i Take That, spiegherà che sono «nati su questo palco» (naturalmente con lui al comando) e poi farà un impietoso riferimento a Robbie Williams, che era nei Take That e poi ha preso un’altra strada: «E adesso chi è che se ne va?».
E poi via, con il solito rutilante alternarsi di canzoni e battute, di sguardi compiaciuti ai vestiti della Hunziker (stasera griffata Versace) e di battute più o meno prevedibili come quella di Ficarra e Picone che alludono al Ponte sullo Stretto di Messina e alla sua mancanza. Ma il piatto forte sarà la liaison tra Pippo e Michelle cioè le allusioni, i sottintesi, i riferimenti all’amore puro e sincero. Infine le canzoni.
Pippo le presenta come fossero sue creature e spesso le usa come espediente per fare riferimenti ad altri artisti, compilando una piccola enciclopedia della canzone italiana. Stasera i riferimenti saranno a Vasco Rossi, Patty Pravo e Irene Grandi (per i quali Curreri degli Stadio ha scritto canzoni), poi Franco Battiato («padrino» dei giovani Fsc) e Zucchero, tirato in ballo durante la presentazione di Pier Cortese per la sua «militanza nelle giovanili della Reggiana».
Ma forse la battuta più bella sarà quella di Michelle Hunziker poco prima dell’ingresso di Johnny Dorelli, che qui con Modugno cantò Volare. Davanti a un un secchio di vernice blu, mentre Pippo allude alle «mani e la faccia di blu», lei si farà venire in mente il Grande Puffo. Massì, un applauso in fondo ci sta.
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