Podestà cala il poker Quattro ministri per il rush finale

Nella domenica del grande caldo, la colonnina di mercurio segna 33 gradi, Guido Podestà sfodera un poker d’assi: Michela Vittoria Brambilla, Renato Brunetta, Ignazio La Russa e Andrea Ronchi. Quattro-ministri-quattro in campo al fianco del candidato Pdl-Lega alla presidenza della Provincia di Milano. Quattro ministri di peso (rispettivamente Turismo, Pubblica amministrazione, Difesa e Politiche europee) che accompagnano Guido Podestà alla (ri)conquista di Palazzo Isimbardi. E, nonostante il caldo, non si tirano indietro nella giornata elettorale: mercatini, convegni, feste di via e pure comizi in piazza.
Appuntamenti dove, ogni ministro, secondo competenze e deleghe, preannuncia interventi possibili con Podestà presidente: «Con Podestà stiamo lavorando per far sì che, anche in vista dell’Expo, si valorizzi il territorio attraverso la messa a punto di percorsi enogastronomici e la premiazione delle produzioni milanesi» (Brambilla); «Guido rilancia la proposta di una legge speciale per Expo. Condivido e rilancio. È fondamentale che su Expo si lavori con grande attenzione sulle procedure» (Ronchi); «Podestà sa come rendere la Provincia meno sprecona e più efficiente»(Brunetta). Leit motiv accolti con gli applausi, insieme a quelli detti e ridetti dal ministro La Russa che da sempre è pancia a terra per mandare a casa Filippo Penati e la malgestione della Provincia di Milano.
Ma la presenza massiccia dei ministri non si esaurisce certo: da oggi al voto del 6 e 7 giugno è garantita una presenza quotidiana, con appuntamento clou al comizio in piazza Duomo di giovedì 4 con Silvio Berlusconi e Umberto Bossi insieme al candidato Podestà. E grazie all’alleanza con la Lega - «strategica e funziona bene» -, Podestà ha ricordato che «possiamo raggiungere insieme il grande obiettivo e far così quadrato con Comune, Regione e Governo». Insomma, per dirla con il leghista Matteo Salvini, «a Milano non dobbiamo solo vincere, dobbiamo vincere bene e l’aria è ottima».

Dopo, l’8 giugno, continua il leghista «avremo le spalle più larghe». E Penati? Tra un insulto e l’altro, l’inquilino uscente di Palazzo Isimbardi, continua a reclamare un confronto con Podestà. Che, però, replica ricordando i «pochi fatti» di Penati e le parole, «tante e inutili».

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