Polemica Ex magistrato esce dal cinema e va in tribunale: quel film diffama i Pm

Quattro matrimoni e nessun funerale. Almeno per ora. Però una causa in tribunale a colpi di carta bollata quella sì. Se il film con Hugh Grant mescolava infatti quattro diversi party con fiori d’arancio a un memoriale funebre, il recente film di Luca Lucini «Oggi sposi» si augura che oltre ai quattro matrimoni celebrati pure stavolta non si mescoli il funerale dell’intero film, a rischio di capestro da qualche magistrato con troppo spirito di casta.
Perché infatti di questo si tratta. Un avvocato cassazionista, Ugo Morelli, cosentino di 59 anni, che ha ricoperto nel corso degli anni molteplici incarichi nella magistratura onoraria (pretore, vice procuratore della Repubblica e presidente dell’Associazione nazionale magistrati onorari), il film di Lucini l’ha visto e non gli è andato giù. Se infatti la commedia con le splendide Carolina Crescentini, Moran Atias, Isabella Ragonese, Gabriella Pession oltre a Luca Argentero, Michele Placido e Filippo Nigro e Francesco Montanari voleva soltanto ironizzare sul «giorno più bello della propria vita» il giudice ha sentenziato: «Quel film è diffamante». Come e per chi possa essere d’oltraggio stupisce e spiazza. Per il magistrato è la propria categoria il bersaglio di quella burla sgradita. E, uscito dal cinema, è entrato in tribunale e ha querelato. Motivo? Il Pm fa una figuraccia, troppo impacciato, quasi «maniacale» e pronto a servirsi di strumenti di indagine pubblica a fini personali.
Ora forse toccherà a Lucini spiegare che quella di Filippo Nigro (l’attore che recita come Pm) era solo una simpatica parodia null’altro che ironica, come si conviene a un film «leggero». L’inflessibile Morelli però non sente ragioni: il giudice non va dipinto come uno sprovveduto perché l’immaginario collettivo potrebbe subire il fascino del film (o dell’attore) e farsi un’idea sbagliata. In tempi di conflitto tra magistratura e resto del mondo, insomma, basta poco per creare un incidente diplomatico. E Morelli è stato chiaro nonostante il burocratese d’ordinanza: «Il lungometraggio si appalesa foriero di contenuti altamente diffamatori, denigratori e offensivi non solo direttamente nei riguardi della figura istituzionale del Pm ma anche nei confronti dell’intera magistratura. L’impatto di tali raffigurazioni cinematografiche supera i limiti della decenza e della liceità satirica configurandosi come gravemente oltraggioso della figura del magistrato come servitore dello Stato sobrio, imparziale, equilibrato».
Insomma, imputato Lucini alzatevi! Ora tocca a lui spiegare che in fondo era solo un’innocente commediola, che bastava riderci sopra. Ma le toghe di questi tempi non hanno molta voglia di ridere.

Lucini si auguri che il magistrato cui spetterà esaminare il ricorso non la pensi come il collega ricorrente. E soprattutto non ricordi il film del ’94 e ai quattro matrimoni aggiunga un funerale. Quello di «Oggi sposi».

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