Tra il 2012 e il 2024 persi 118mila negozi nelle città italiane

L’analisi di Confcommercio: “Colpite le città del Nord, svuotate anche degli sportelli bancari, mentre è boom degli affitti brevi (+170%)”. Al via il progetto Cities per contrastare la desertificazione. Sangalli: “Senza commercio di vicinato non c’è comunità”

Tra il 2012 e il 2024 persi 118mila negozi nelle città italiane
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Il commercio al dettaglio in Italia continua a perdere terreno. Secondo l’analisi "Demografia d’impresa nelle città italiane" realizzata dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, tra il 2012 e il 2024 sono spariti quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante. Parallelamente, il settore dell’alloggio e della ristorazione ha visto un incremento di 18.500 unità, trainato in particolare dal boom degli affitti brevi (+170%).

La desertificazione commerciale colpisce in particolare le città del Nord, con Ancona (-34,7%), Gorizia (-34,2%) e Pesaro (-32,4%) tra i comuni con le maggiori perdite di esercizi commerciali. Al contrario, al Sud la riduzione risulta più contenuta, con Crotone (-6,9%) e Frascati (-8,3%) tra i centri con la migliore tenuta.

A rendere ancora più critica la situazione è la chiusura degli sportelli bancari, passati da 8.026 nel 2015 a 5.173 nel 2023 (-35,5%), fenomeno che contribuisce ulteriormente alla perdita di servizi essenziali nei centri urbani.

Il ruolo delle imprese straniere e la trasformazione del commercio

Un dato significativo emerso dall’analisi è la forte crescita delle imprese a titolarità straniera nel settore del commercio, degli alberghi e dei pubblici esercizi (+41,4% dal 2012), mentre quelle italiane segnano un incremento molto più contenuto (+3,1%). Inoltre, quasi il 39% della nuova occupazione straniera generata negli ultimi 12 anni si concentra proprio in questi settori (+155mila posti di lavoro).

Nei centri storici, il commercio tradizionale registra pesanti contrazioni: carburanti (-42,1%), libri e giocattoli (-36,5%), mobili e ferramenta (-34,8%), abbigliamento (-26%). Crescono invece i servizi come farmacie (+12,3%) e negozi di telefonia e informatica (+10,5%). In parallelo, gli alberghi tradizionali calano del 9,7%, mentre gli affitti brevi registrano un vero e proprio boom (+170%), complice anche l’accelerazione nell’ultimo anno.

Il progetto Cities di Confcommercio per contrastare il declino urbano

Per contrastare la desertificazione commerciale, Confcommercio ha lanciato il progetto Cities, che punta alla rigenerazione delle città attraverso politiche mirate di riqualificazione urbana, mobilità sostenibile e sostegno alle economie di prossimità. Tra le proposte principali:

  • Riqualificazione dello spazio pubblico, coinvolgendo le attività di vicinato nella trasformazione delle aree urbane degradate;

  • Mobilità e logistica sostenibili, con piani urbani integrati per ridurre il traffico e l’inquinamento;

  • Patti locali per la riapertura dei negozi sfitti, attraverso accordi tra Comuni, proprietari e associazioni per affitti calmierati;

  • Gestione partecipata della città, con il coinvolgimento di imprese e cittadini nella valorizzazione del tessuto urbano;

  • Uso delle tecnologie digitali, come i Big Data per analizzare i flussi pedonali e ottimizzare le politiche commerciali.

Sangalli: "Senza commercio di vicinato, non c'è comunità"

Commentando i dati, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha dichiarato: "La desertificazione commerciale minaccia vivibilità, sicurezza e coesione sociale

delle nostre città. Occorre sostenere le attività di vicinato e il nostro progetto Cities punta a riqualificare le economie urbane con il contributo di istituzioni e imprese. Senza commercio di vicinato, non c’è comunità".

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