![Con i dazi Usa automobili più care di 3.000 euro](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2024/05/23/1716443316-973647-large.jpg?_=1716443316)
L'imposizione dei dazi da parte dell'amministrazione Trump e le eventuali contromisure adottate dai paesi colpiti potrebbero determinare, nel 2025, un aumento significativo dei prezzi delle automobili nuove. Federcarrozzieri avverte che i listini potrebbero subire rincari medi di 2.500-3.000 euro, con ripercussioni su tutta la filiera dell'automotive.
Effetto domino sul comparto auto
Secondo Federcarrozzieri, la politica protezionistica degli Stati Uniti potrebbe scatenare un effetto domino su tutto il settore automobilistico. Se i dazi, attualmente sospesi, dovessero entrare pienamente in vigore, le case automobilistiche subirebbero pesanti perdite economiche. Tra i marchi maggiormente coinvolti figurano Volkswagen, Audi, Bmw, Stellantis, Honda, Hyundai, Kia, Mazda, Toyota e Nissan.
Un caso emblematico è quello del Messico, che rappresenta un attore chiave nella produzione automobilistica mondiale. Con 3,5 milioni di veicoli prodotti ogni anno, il Messico è il primo paese di origine per le auto Volkswagen vendute negli Stati Uniti (44% delle vendite totali nel 2024) e il secondo per Stellantis (40% tra Canada e Messico), Nissan (31%), Mazda (23%) e Honda (13%).
L'impatto economico stimato dagli analisti prevede una riduzione media degli utili per le case automobilistiche tra il -5% e il -15%. Questa contrazione dei profitti si rifletterebbe inevitabilmente sui prezzi finali dei veicoli, con rincari stimati tra i 2.500 e i 3.000 euro per automobile.
Il rischio dei contro-dazi europei
Oltre agli aumenti diretti dei prezzi delle auto, l'associazione di consumatori Codacons avverte che i consumatori italiani potrebbero subire una "raffica di rincari" a causa di eventuali controdazi imposti dall'Unione Europea sulle importazioni dagli Stati Uniti. L'Italia importa dagli Usa beni per un controvalore di circa 25,2 miliardi di euro all'anno. Se l'Ue decidesse di rispondere con misure protezionistiche, le ripercussioni economiche si estenderebbero a vari settori, coinvolgendo non solo l'automotive, ma anche beni di largo consumo e prodotti industriali.
Tra le categorie più esposte ai rincari figurano:
- Prodotti agricoli, alimentari e bevande, con importazioni annuali pari a 1,4 miliardi di euro;
- Computer e prodotti elettronici, per un valore di 1,41 miliardi di euro;
- Farmaci e preparati farmaceutici, con un import di 4,3 miliardi di euro;
- Apparecchiature elettriche e per la casa, che rappresentano un mercato da mezzo miliardo di euro;
- Carta e derivati, per un valore di 350 milioni di euro;
- Autoveicoli e rimorchi, per un totale di 406 milioni di euro;
- Articoli in pelle e abbigliamento, pari a 270 milioni di euro.
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