A causa del "rischio elevato di approvvigionamento delle materie prime critiche, cioè quelle non energetiche e non agricole" che vale sia per il nostro Paese ma anche per l'Ue, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ipotizzato che entro la fine dell'anno in Italia andrebbero "riaperte le miniere". Il nostro sottosuolo è così ricco da conservare praticamente la metà delle materie prime critiche, 16 su 34, che vengono indicate da Bruxelles.
Le parole del ministro
Nel corso di un'audizione in Commissione Industria del Senato, Urso ha spiegato che la maggior parte delle materie prime critiche vengono importate dalla Cina: per questa ragione è necessario che finiscno le ipocrisie sul tira e molla che riguarda scavi e miniere. L'esempio è ciò che accade con il cobalto estratto in Congo che "sotto la minaccia dei mitra dei mercenari" non vengono tutelati né lavoratori e nemmeno l'ambiente, viene "spedito in Cina" per la raffinazione e poi "ritorna in Italia". Ecco perché si parla di un diverso indirizzo sulla "politica industriale" per il nostro Paese sulle materie strategiche e critiche.
La mappatura italiana
Con tempestività, il governo si è già attivato per procedere alla mappatura delle materie prime critiche presenti sul suolo nazionale. "Con questa mappatura - realizzata insieme al ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin - abbiamo verificato che possediamo 16 su 34 delle materie prime critiche" indicate dall'Ue, ha spiegato il ministro Urso. Innanzitutto possono servire per la produzione di "pannelli solari" ma giacciono chiuse sottoterra da oltre 30 anni "anche perché non c'erano margini di guadagno" ha sottolineato. Ai primi di agosto verrà inoltre presentato un decrelo legge Microelettronica in grado di tracciare la corretta strategia per il settore "perché riteniamo che l'Italia sia il Paese migliore dove investire" rispetti agli altri competitor esteri.
Urso ha ricordato che "Taiwan, Corea del Sud e Stati Uniti sono i Paesi maggiormente produttori della microelettronica". In questo senso il ministro ha fatto sapere che è iniziato un dialogo con Intel. "Abbiamo risposto a Intel, a tutte le richieste che ci ha fatto, e saranno annunciati investimenti anche con altri Paesi", si legge su AdnKronos.
Le tempistiche
Urso ha poi sottolineato che "sarà la Commissione a certificare i progetti delle imprese come importanti per l'autonomia strategica dell'Europa". Da quel momento le autorizzazioni per le miniere dovranno essere concesse in un arco di tempo massimo di due anni e un anno per la raffinazione a fronte dei 15 anni che oggi sono necessari "in Europa per avere l'autorizzazione a estrarre da una miniera, a fronte di 7 anni negli Stati Uniti, 2 in Canada e 3 mesi in Cina".
L'obiettivo comune con l'Ue è quello di raggiungere "almeno il 10% di materie prime critiche estratte nel nostro continente al 2030. Altri obiettivi al 2030 saranno il 50% di raffinazione in Europa e il 20% del riciclo. Su quest'ultimo siamo già il paese leader, e vogliamo migliorare ancora", ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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