"Ue fuori dalla realtà. Sostituiremo il reddito di cittadinanza"

Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro, traccia un bilancio dei primi mesi e attacca sia il M5S sia l'Unione Europea sul reddito di cittadinanza

"Ue fuori dalla realtà. Sostituiremo il reddito di cittadinanza"

"L’Italia si dimostra capace di tenere ben saldo il timone del proprio futuro. Le previsioni di Eurostat ci dicono che cresceremo dello 0.8%, anziché dello 0.3% previsto". Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro, si dice soddisfatta dei risultati ottenuti dal governo Meloni, segno che "l’esecutivo sta procedendo nella direzione giusta: quella che premia chi produce reddito e occupazione e difende le famiglie".

Cosa nel pensa del fatto che l'Ue ha avviato una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia per il reddito di cittadinanza?

"L’Ue si conferma scollata dalla realtà, la sua pronuncia minaccia il sistema sociale italiano e naturalmente anche i conti pubblici. La Commissione fa accademia fine a sé stessa e rafforza la volontà del nostro governo di sostituire il reddito con uno strumento sostenibile che aiuti realmente chi ha bisogno senza favorire derive quali quella dei migranti del welfare".

Nel 2024 questa misura andrà in pensione. Il ministero come intende sostituirla?

"Quella che abbiamo in cantiere è una riforma che garantirà dignità alle persone attraverso una speciale misura di lotta alla povertà e un’altra dedicata alle politiche attive del lavoro. Vogliamo promuovere l’inclusione sociale per chi non è in condizione di lavorare e attivare tutti coloro che sono in grado di farlo. Il Governo Meloni non lascerà nessuno da solo e chi dice il contrario mente e lo fa con cognizione di causa".

C’è già stato un significativo calo del numero dei percettori del reddito. Quali effetti ha avuto diminuzione?

"Sono 200.000 le famiglie che non usufruiscono più del reddito di cittadinanza. Il calo delle domande non deriva da una singola motivazione. L’ipotesi è che questo fenomeno sia il frutto dalla stretta promossa dal governo Meloni, ma anche dalla decontribuzione presente in Manovra, la quale premia coloro che assumono percettori di reddito di cittadinanza".

I risultati delle Regionali in Lazio e Lombardia hanno visto un ulteriore crollo del M5S, soprattutto nel Lazio. Misure come il reddito di cittadinanza non attirano più o è finito l’effetto Conte?

"Il peggiore avversario del M5S è stato il Movimento stesso. Gli italiani hanno capito che la proposta che avevano davanti era priva di significato e concretezza. La risposta è già nella sua domanda: una forza politica che si allea in una regione con il Pd e nell’altra preferisce scontrarsi con esso – pur avendo governato la regione con Zingaretti – è scontato che generi nell’elettorato confusione e sfiducia".

Il tasso di disoccupazione è al 7,8%, mentre gli inattivi sono il 34%. Quali sono le previsioni per il futuro e quali politiche intende introdurre il governo per incrementare l’occupazione?

"Il contrasto della disoccupazione è una priorità. Siamo consapevoli dei divari territoriali, generazionali e di genere che zavorrano la nostra Nazione. Vogliamo agire in modo mirato soprattutto per favorire l’incontro della domanda e dell’offerta di lavoro unitamente alla promozione dell’acquisizione di nuove competenze al passo con la transizione digitale".

Come cambierà il mondo del lavoro? Lo smart-working diventerà prevalente? Il governo intende incentivare questo strumento?

"Si tratta di uno strumento integrativo soprattutto quando è necessario coniugare vita familiare di cura e vita lavorativa. Da implementare maggiormente nella contrattazione. Faccio riferimento alla genitorialità, ma anche ai fragili per i quali abbiamo deciso di prorogare lo smartworking fino al 30 giugno".

Come si spiega il fatto che la stampa estera, in buona parte, elogi il governo Meloni, mentre quella nostrana ci racconta che l’esecutivo è mal visto all’estero?

È una bella soddisfazione, soprattutto visti gli ‘allarmi democratici’ che in Italia e all’estero venivano agitati contro il Presidente Meloni.

La realtà batte la finzione della stereotipata narrativa della sinistra. L’ultima dichiarazione rilasciata da Enrico Letta, il quale ha elogiato il Presidente del Consiglio, è la presa di coscienza – seppur tardiva - che quanto dichiarato nei mesi scorsi non erano altro che fandonie.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica