Biden valuta il rallentamento della consegna di armi. "Tensione con Netanyahu"

L'Nbc rivela che l'amministrazione democratica sta valutando di fermare o rallentare le consegne di armi al governo israeliano per ottenere una moderazione delle operazioni militari nella Striscia di Gaza

Biden valuta il rallentamento della consegna di armi. "Tensione con Netanyahu"
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Alta tensione tra Stati Uniti e Israele dopo le indiscrezioni pubblicate da Nbc News secondo le quali Washington starebbe valutando di mettere in pausa o rallentare alcune spedizioni di armi a Tel Aviv. L'obiettivo sarebbe quello di convincere il governo di Benjamin Netanyahu a moderare le operazioni militari nella Striscia di Gaza. Puntuale è già arrivata la smentita da parte di un portavoce del consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, ma le ultime notizie arrivano dopo settimane in cui si sono susseguiti rumors in merito ad una profonda crisi tra Biden e Bibi.

Le fonti a cui ha avuto accesso l’Nbc per la sua esclusiva sono comunque solide. Si parla di tre funzionari dell’amministrazione democratica e un ex funzionario statunitense che avrebbero comunicato all’emittente che il presidente avrebbe chiesto al Pentagono di fornire un elenco di armi, per lo più di tipo offensivo, da usare come leva politica. Tra queste ci sarebbero i proiettili d’artiglieria da 155 mm e le munizioni congiunte per attacco diretto (Jdam) che permettono attacchi di maggiore precisione. Nessun rallentamento sarebbe stato invece previsto per la consegna delle difese aeree e di altri sistemi che permettono ai civili israeliani di proteggersi dagli attacchi di Hamas.

Gli insider hanno chiarito che non è stata adottata alcuna decisione in seguito alla review e sarebbe stata discussa anche l’idea di offrire al governo Netanyahu più armi di quelle richieste come incentivo ad implementare iniziative proposte da Washington come, ad esempio, l’apertura di corridoi umanitari. L'aver preso in considerazione tali misure sarebbe però indicatore della frustrazione americana rispetto al modo in cui l’Idf sta conducendo la guerra contro i miliziani islamisti nella Striscia.

Lo Stato ebraico “ha il diritto e l'obbligo di difendersi dalla minaccia di Hamas, rispettando il diritto umanitario internazionale e proteggendo le vite dei civili e noi restiamo impegnati a sostenere Israele nella sua lotta contro Hamas. Lo abbiamo fatto dal 7 ottobre e continueremo a farlo". Questa la precisazione giunta dal portavoce della Casa Bianca che ha inoltre aggiunto come "non c'è stato alcun cambiamento nella nostra politica". Da Washington hanno poi fatto sapere che l’opera di pressione esercitata su Bibi dal presidente nelle scorse settimane avrebbe ottenuto qualche risultato ma una fonte citata dall’Nbc ha dichiarato che “c’è ancora molto da fare” e il governo israeliano deve mostrarsi "più attento".

Nonostante le pubbliche rassicurazioni fornite dall’amministrazione democratica volte a confermare il legame con Tel Aviv, diversi commentatori sottolineano le difficoltà incontrate da Biden sia a livello interno che con i suoi partner internazionali in Medio Oriente per non essere riuscito a frenare le operazioni militari delle forze di Tsahal.

Secondo le ultime stime, a fronte di migliaia di vittime tra i civili a Gaza, Tel Aviv sarebbe riuscita ad eliminare al massimo il 30% dei combattenti di Hamas e a distruggere appena il 20% dei tunnel costruiti dai fedayn.

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