“C’è qualcuno, una televisione con un po’ di coscienza e di coraggio che è disposta a dare un comunicato e a chiedere che domani alla manifestazione delle femministe in Italia si parli anche delle donne, delle ragazze, delle bambine che sono state stuprate il 7 ottobre da Hamas?”. Queste parole non sono pronunciate da qualche “tifoso” che parla del conflitto in Medio Oriente per un semplice sentito dire, ma di chi vive tutti i giorni gli orrori della guerra con la minaccia delle bombe e che i terroristi gli entrino dentro casa. A parlare è Angelica Calo Livne, italiana che vive in Israele da diverso tempo e che vive nel kibbutz di Sassa, non distante dal confine con il Libano, considerata una zona calda con crescenti allarmi e scontri quotidiani. Il marito di Angelica è Yehuda Calo Livne, capo della sicurezza del kibbutz, che ha raccontato il senso di afflizione che attanaglia tutti coloro che vivono in quel lembo di terra: ”Da questo punto bisogna proseguire a piedi per sicurezza. Vedi laggiù è il Libano, a un chilometro, da dove ci sparano”.
L’appello di Angelica nasce dal fatto che ai cortei di “Non una di meno” contro la violenza sulle donne che, per la giornata del 25 novembre, si terranno tra le vie di Roma e Messina, sfileranno anche le bandiere della Palestina. Così si legge dal comunicato dell’associazione femminista: “Il governo partecipa in prima fila e finanzia l’escalation bellica, con la produzione e invio massiccio di armi, nonché tentativi di moltiplicare le basi militari. La guerra è la manifestazione più totalizzante della violenza patriarcale, per questo, e più che mai, siamo al fianco del popolo palestinese. Non ci sono margini di ambiguità in questa storia di colonialismo, razzismo e violenza, tesa a cancellare il territorio palestinese e, soprattutto, il suo popolo”.
Riguardo alle accuse di genocidio che diverse associazioni appartenenti alla galassia della sinistra continuano a rivolgere a Israele e al governo di Bibi Netanyahu, Angelica risponde in modo deciso: "Alla manifestazione racconteranno del genocidio di Israele, ma che genocidio di Israele! Stanno acchiappando tutti quelli di Hamas che vi entreranno alle 6.15 di mattina dentro casa per fare quello che hanno fatto alle donne israeliane il 7 ottobre 2023”. Quasi due mesi fa, i terroristi di Hamas si sono macchiati dell’uccisione di circa 1400 civili israeliani di cui 40 erano bambini, mentre diverse donne e bambine sono state stuprate senza pietà.
Nel video, Angelica prosegue raccontando di come da dopo la rappresaglia, l’esercito israeliano abbia cercato di colpire unicamente le sedi dei terroristi: “I nostri figli sono entrati a piedi per prendere ogni terrorista per mano e per non bombardare tutta Gaza, perché se volevamo potevamo bombardare tutta Gaza, ma non l’abbiamo fatto.
abbiamo bombardato le case dove sapevamo che sotto c’erano gli arsenali”.Dopo il suo lungo sfogo, Angelica conclude il messaggio che qualcuno in Italia presti ascolto alle sue parole e che si trovi il coraggio di pubblicare il suo intervento affinché emerga la realtà dei fatti.
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