Ecco perché il "reato d'odio" apre le porte all'autoritarismo

Odiare è un reato? Hate Crime act. Il primo aprile la legge più discussa di questi anni diventerà realtà in Scozia

Ecco perché il "reato d'odio" apre le porte all'autoritarismo
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Odiare è un reato? Hate Crime act. Il primo aprile la legge più discussa di questi anni diventerà realtà in Scozia. Il crimine è l'incitamento all'odio, ma la parte difficile è capire cosa sia odio o cosa no. Non ci sarà neppure bisogno di provare l'odio del presunto odiatore. Anzi, basterà sentirsi odiati per essere presi sul serio, dando corpo legale a quella «cultura del piagnisteo» analizzata da Robert Hughes. Questo a pochi giorni dal ricordo commovente che Douglas Murray ha scritto per Cristopher Hitchens (un reazionario?) intitolato: «Cose da ricordare: la libertà di offendere». Una legge insomma, l'Sp Bill 67, mette su carta lo slogan implicito di tanta ideologia woke: non è sbagliato odiare, è sbagliato odiare le persone sbagliate. Si allarga così la precedente legge aggiungendo per esempio l'età e alcune variazioni non comuni del sesso, come i fenomeni di intersessualità. La Rowling che parla dei soli due sessi rischierebbe l'accusa di «odiatrice». Non è invece un problema per il governo scozzese l'odio nei confronti delle donne di nascita (la discriminazione sulla base del sesso biologico non è presente nel testo). Così come non sembra costituire un problema offendere i credenti, bestemmiando. Infatti, la nuova legge cancella giustamente il reato di blasfemia. Ma ha davvero senso moltiplicare il numero di blasfemi nei confronti dei nuovi culti laicisti? E cosa dire della mano dello Stato che d'ora in poi entrerà senza permesso in casa? Una battuta in privato, infatti, potrebbe essere incriminata.

La legge avrà effetti anche su altri crimini: uccidere una famiglia per furto sarà meno grave che ucciderla perché africana o cinese. Non è discriminatorio distinguere tra vittime di serie A e B in base al colore della pelle? No, se lo chiami progresso.

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