Era il 2020 e su Rai1 Flavio Insinna conduceva L'Eredità. Alla domanda su quale fosse la Capitale di Israele, il concorrente rispose che era Tel-Aviv ma il conduttore la corresse indicando Gerusalemme. A quel punto nacque un alterco che assunse quasi contorni internazionali, ci fu una sollevazione popolare sul merito, nemmeno si trattasse di un incontro diplomatico tra capi di Stato, invece che un gioco televisivo. E alla fine, a quattro anni di distanza c'è stata la sentenza: la Capitale è Tel-Aviv.
Si è dovuti arrivare a sentenza perché ci sono stati due ricorsi, uno da parte dell’Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese e l’Associazione Palestinesi in Italia, entrambe presiedute da Mohammad Hannoun, presidente Abspp e Api, che ha promosso l'iniziativa in tribunale contro la Rai ai tempi, che è stato recentemente espulso da Milano per l'ultimo discorso tenuto durante una manifestazione nel capoluogo lombardo, già nella lista nera degli Stati Uniti con l'accusa di sostenere Hamas. Decise di andare in tribunale nonostante il conduttore, durante la successiva puntata disponibile, lesse un comunicato in cui si dissociava dalla polemica storico-politica sull'attribuzione della Capitale. A emettere la sentenza è stata Silvia Albano, giudice che in queste settimane è stata spesso sui giornali.
A capo di Magistratura Democratica, la corrente di sinistra della magistratura italiana, Albano è colei che non ha convalidato il trattenimento dei primi migranti dei centri in Albania, scatenando le successive diatribe politiche. Una decisione, quella sull'Albania, che ha fatto molto discutere, sia perché in precedenza Albano si era pubblicamente espressa nel merito, facendo pertanto cadere il presupposto di imparzialità, sia di fatto che di apparenza. Sia perché la sua decisione non ha contestato nel merito i centri in Albania ma l'intero impianto dei rimpatri, mettendo in dubbio il sistema italiano e quello europeo. E ancora una volta, il giudice con la decisione sulla domanda de L'Eredità è entrata in una questione politica. Perché le parole esatte di Insinna in quell'occasione furono molto chiare: "Riteniamo di non dover entrare, noi che non ne abbiamo titolo, in una disputa così delicata, e ci scusiamo per averla involontariamente evocata. E per questo, ai fini del gioco, consideriamo nulla questa domanda".
Sarebbe potuta finire così, invece il giudice Albano ha condannato la Rai a trasmettere, in una fascia oraria di massimo ascolto, una rettifica ulteriore, in cui si precisa che Gerusalemme non è la Capitale di Israele e che questa non è riconosciuta come tale dal diritto internazionale.
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