Si è tenuto questo pomeriggio il vertice a Palazzo Chigi convocato da Giorgia Meloni alle ore 16.00 per fare il punto sul caso Sala. All'incontro hanno partecipato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Presenti anche i rappresentanti dei servizi di intelligence. Secondo quanto si apprende, Palazzo Chigi sta valutando la modalità più opportuna per condividere con le altre forze politiche i passi che saranno fatti al fine di arrivare alla liberazione della giornalista. Intanto, Elisabetta Vernoni, madre della giornalista, ha incontrato Meloni. Nel corso del pomeriggio, inoltre, il Presidente Meloni ha avuto un colloquio telefonico con Renato Sala, padre di Cecilia.
L'Italia ha ribadito all'Iran la richiesta di liberare immediatamente la giornalista, che è detenuta "senza alcun motivo" e nell'attesa chiede condizioni dignitose di detenzione. Lo ha detto il ministro Tajani, a Zona Bianca su Rete4. "Abbiamo chiesto ancora una volta l'mmediata liberazione di Cecilia Sala all'Iran perchè è detenuta senza alcun motivo. Nell'attesa abbiamo chiesto che venga trattata come devono essere trattati i detenuti, perchè ancora non ha le condizioni di detenzione che ci erano state assicurate. Continuiamo a chiedere che vengano rispettati il suo ruolo e dignità, questa è per noi una priorità in attesa della sua liberazione", ha detto Tajani.
L'impegno del governo
Alla fine dell'incontro, il Governo conferma l'impegno presso le autorità iraniane per l'immediata liberazione di Sala, e, in attesa di essa, per un trattamento rispettoso della dignità umana. Per quanto riguarda Mohammad Abedini, il Governo ribadisce che a tutti i detenuti è garantita parità di trattamento nel rispetto delle leggi italiane e delle convenzioni internazionali. A quanto si apprende si terrà lunedì 6 gennaio alle ore 14.00 la seduta del Copasir per l'audizione del sottosegretario alla presidenza del consiglio e autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica Mantovano.
La commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti umani del Senato si è unita alla richiesta dell'immediata scarcerazione, della liberazione e del rimpatrio di Sala, "detenuta senza alcuna giustificazione e in condizioni assai preoccupanti in Iran". Lo ha affermato in una nota la senatrice della Lega Stefania Pucciarelli a nome di tutta la commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti umani del Senato di cui è presidente. "Tutte le commissarie e i commissari condividono la richiesta, nella estrema delicatezza della situazione, di fare ogni passo perchè vengano rispettati i diritti della nostra concittadina e perchè possa riacquistare al più presto la propria libertà e tornare a casa e al suo lavoro, prezioso, di informazione che è il nutrimento di ogni democrazia liberale", conclude.
L'incontro con l'ambasciatore iraniano
"Ho dato mandato al segretario generale della Farnesina di convocare l'ambasciatore iraniano a Roma. L'incontro avverrà alle ore 12", aveva annunciato su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ribadendo che "il Governo, come dal primo giorno dell'arresto di Cecilia Sala, lavora incessantemente per riportarla a casa e pretendiamo che vengano rispettati tutti i suoi diritti. Fino alla sua liberazione, Cecilia e i suoi genitori non saranno mai lasciati soli". Era stato convocato questa mattina per le ore 12.00 l'ambasciatore iraniano in Italia Mohammad Reza Sabouri per riferire del caso.
Da parte italiana è stata innanzitutto chiesta "la liberazione immediata" della connazionale, giunta in Iran con regolare visto giornalistico. L'ambasciatore Guariglia ha inoltre ribadito la richiesta di assicurare "condizioni di detenzione dignitose, nel rispetto dei diritti umani, di garantire piena assistenza consolare alla connazionale, permettendo all'ambasciata d'Italia a Teheran di visitarla e di fornirle i generi di conforto che finora le sono stati negati". A Sala "sono state fornite tutte le agevolazioni necessarie". Lo scrive su X l'ambasciata iraniana a Roma nel suo resoconto dell'incontro avvenuto oggi alla Farnesina. Un colloquio che l'ambasciata di Teheran ha definito "amichevole". "L'ambasciatore del nostro Paese ha annunciato in questo incontro che sin dai primi momenti dell'arresto della signora Sala, secondo l'approccio islamico e sulla base di considerazioni umanitarie, tenendo conto del ricorrente anniversario della nascita di Cristo e dell'approssimarsi del nuovo anno cristiano, si è garantito l'accesso consolare all'ambasciata italiana a Teheran, sono state inoltre fornite alla signora Sala tutte le agevolazioni necessarie, tra cui ripetuti contatti telefonici con i propri cari". In questo colloquio si è discusso e scambiato opinioni su Mohammad Abedini Najafabadi, detenuto nel carcere di Milano con "false accuse", secondo Teheran.
Le richieste per liberare Sala
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, è straziante il contenuto delle tre telefonate concesse ieri alla giornalista italiana al padre, alla madre e al compagno. "Dormo per terra in cella e mi hanno tolto anche gli occhiali", ha raccontato Sala alla sua famiglia. "Tratteremo la reporter italiana in modo dignitoso", avevano promesso le autorità di Teheran ma nell'inferno del carcere di Evin non ci sono sconti per nessuno e alla reporter del Foglio e di Chora media viene riservato lo stesso trattamento delle prigioniere politiche detenute ingiustamente dal Regime degli ayatollah."Fate presto", ha detto la giornalista nella prima chiamata dopo l'arresto. Lo ha ripetuto anche ieri ai suoi cari: "fate presto".
"Chiedo l'immediato rilascio della giornalista italiana Cecilia Sala arrestata in Iran. Nessuno dovrebbe essere detenuto per aver svolto il proprio lavoro, il giornalismo non è un reato. Ogni giornalista deve avere la libertà di riferire senza timore di arresto o persecuzione". Lo ha dichiarato a Repubblica Kaja Kallas, Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri. "Mentre il mondo è in subbuglio, il ruolo del giornalismo è più essenziale che mai", ha aggiunto.
Ieri l'Italia aveva chiesto al governo iraniano la "liberazione immediata" di Sala e "garanzie totali sulle sue condizioni di detenzione". Tali richieste erano state riassunte in una nota verbale che il ministero degli Esteri italiano ha consegnato al governo iraniano attraverso l'ambasciatrice a Teheran Paola Amadei. La nota si inserisce nell'ambito del lavoro che il ministro degli Esteri sta portando avanti con il premier, il ministro della Giustizia e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio per arrivare a una rapida e positiva soluzione della vicenda.
Abedini, il caso parallelo
Intanto, una lettera, trasmessa per via diplomatica dalla giustizia americana, è all'esame dei giudici della Corte di Appello di Milano sul caso di Abedini. Nella lettera, a quanto si apprende, la giustizia americana, che chiede l'estradizione dell'uomo, sottolinea la pericolosità del soggetto e la necessità della detenzione in carcere. La lettera risale a qualche giorno dopo l'arresto.
Il procuratore generale di Milano ha trasmesso alla Corte d'Appello "parere negativo" sulla richiesta della difesa di Abedini. É quanto si legge in una nota della Procura generale.
Nel testo si legge che "si ritiene che le circostanze rappresentate nella richiesta, in particolare la messa a disposizione di un appartamento e il sostegno economico da parte del Consolato dell'Iran unitamente a eventuali divieto di espatrio e obbligo di firma non costituiscano una idonea garanzia per contrastare il pericolo di fuga del cittadino iraniano di cui gli Usa hanno chiesto l'estradizione". In merito alle accuse mosse dagli Stati Uniti, i giudici di Milano, si riservano "una approfondita e completa valutazione degli atti che verranno trasmessi alle autorità" statunitensi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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