"No a un'Europa di Seria A e Serie B". Stoccata della Meloni a Macron

In conferenza stampa a Bruxelles, subito dopo il consiglio europeo, Giorgia Meloni si è detta soddisfatta per il nuovo approccio dell'Ue sulla questione migratoria

"No a un'Europa di Seria A e Serie B". Stoccata della Meloni a Macron

"Sono molto soddisfatta, ma ne parleremo domani con calma in conferenza stampa". Così, nella tarda serata di ieri, il presidente del consiglio Giorgia Meloni aveva anticipato le sue sensazioni dopo la riunione con gli altri leader europei. Del resto, le conclusioni del consiglio europeo sulla questione relativa ai migranti hanno rispecchiato i contenuti della bozza circolata nei giorni scorsi. Contenuti molto vicini alla linea italiana.

Ma a Bruxelles, il presidente del consiglio ha avuto anche modo di misurarsi direttamente con Emmanuel Macron. Con il presidente francese cioè con cui, nello scorso mese di novembre, si è arrivati a uno scontro politico dopo la vicenda Ocean Viking e la situazione relativa ai migranti. Una vicenda superata, ma anche nella capitale belga il gelo tra i due è sembrato per evidente e palpabile.

Prima le rimostranze di Giorgia Meloni sull'invito da parte di Macron rivolto al presidente ucraino Zelensky, con il presidente del consiglio italiano escluso dal mini summit con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Nelle scorse ore, il capo dell'esecutivo italiano è tornato a tuonare contro l'Eliseo. "Non può esistere - ha dichiarato Giorgia Meloni in conferenza stampa - un'Europa di Serie A e una di Serie B".

Proprio su quanto accaduto con il mini vertice tra Parigi, Berlino e Kiev, Giorgia Meloni è tornata a parlare di scelta inopportuna da parte di Macron. Lo ha fatto nella conferenza stampa finale del consiglio. "Riguardo a quello che è accaduto ieri io confesso che alcune letture italiane le trovo un pò provinciali - ha dichiarato Meloni - Nel senso che il tema non è gelo, problemi; il tema è che l'Italia è una nazione abbastanza centrale in Europa da dover dire quando su qualcosa non è d'accordo".

"Rispetto alla lettura che ho visto in passato per cui per noi era sufficiente stare in una foto e pensavamo che questo avrebbe definito la nostra centralità, la nostra politica estera, la nostra capacità di incidere, io penso che le cose non vadano così - ha proseguito Meloni - Il tema non è se stai o non stai in una foto. La mia presa di posizione sull'invito di Meloni a Zelensky a Parigi è stata letta come una risposta al fatto che l'Italia non era stata invitata. Se io fossi stata invitata avrei consigliato di non fare quella riunione".

Il perché è dato dalla convinzione di Giorgia Meloni che quella riunione ha dato un'immagine più debole dell'Europa. Un Vecchio Continente cioè spaccato e diviso tra club di Paesi più o meno forti. "Quello che è giusto e quello che era importante della giornata di ieri era la foto dei Ventisette Paesi europei con Volodymyr Zelensky. Perchè è il messaggio più forte che puoi dare - ha infatti dichiarato il presidente del consiglio - Anticipare quella compattezza con una riunione che privilegiando, e questo lo posso capire, le opinioni pubbliche interne di alcuni rischiava di indebolire l'opinione pubblica complessiva rispetto a questa materia, secondo me era politicamente sbagliato".

Nonostante le discrepanze tra Meloni e Macron, ad ogni modo sull'asse Roma - Parigi si sta continuano a lavorare per consegnare all'Ucraina quanto prima i sistemi Samp-T. "Siamo impegnati nella jv, nella collaborazione - ha assicurato il presidente del consiglio - si sta procedendo velocemente e nei prossimi giorni saremo in grado di dichiarare che siamo pronti rispetto al sistema Samp-T". Il sistema italo-francese dovrebbe essere consegnato nelle mani dell'esercito di Kiev entro la prossima primavera.

Una volta presentatasi in conferenza stampa, Giorgia Meloni ha anche confermato la sua soddisfazione preannunciata ieri sulla questione migratoria. "Sull'immigrazione - ha infatti dichiarato il presidente del consiglio - non ho percepito un cambio di passo, noi abbiamo ottenuto un cambio di passo, alcuni concetti fino ad ora non erano mai usciti nei documenti europei".

"I documenti sono la cornice su cui si costruiscono poi le risposte - ha proseguito il capo dell'esecutivo italiano - Significa che il dibattito non è più: l'Italia viene lasciata da sola e poi si discute dei movimenti secondari. Oggi l'approccio è come aiutiamo l'Italia a difendere il suo confine. Il cambio di passo è evidente e totale e lavoreremo per costruire le risposte concrete".

Il riferimento è alle richieste, avanzate dai leader europei, di un maggiore controllo delle frontiere meridionali oltre che di quelle terrestri. Così come, anche alla prospettiva di riforme in grado di far aumentare il numero di rimpatri. Una prospettiva quest'ultima caldeggiata dal nuovo governo italiano e sposata anche da almeno altri otto Paesi dell'Ue alla vigilia dell'incontro di Bruxelles.

"Io vado un po' più al sodo, a me interessa il sodo delle cose. A me interessa non la fotografia, e poi io di facce ne faccio varie. A me interessa questo documento delle conclusioni del Consiglio europeo - ha poi proseguito Giorgia Meloni, rispondendo alle accuse di isolamento dell'Italia - E questo dice tutt'altro rispetto a un presunto isolamento italiano. Questo documento dice che c'è un'Italia che sa dialogare con tutti".

Un passaggio del discorso del presidente del consiglio è stato poi dedicato ai piani per il Mediterraneo centrale. In tal senso, Roma anche nelle prossime settimane chiederà dei piani specifici dopo aver ottenuto a Bruxelles il riconoscimento dei problemi riscontrati con l'aumento degli sbarchi.

"Una cosa è dire che l'Europa aiuterà l'Italia nel Mediterraneo, un conto è avere un piano della Commissione - ha infatti ribadito Meloni - il consiglio stabilisce una cornice, poi che tipo di concretezza fa la differenza. Ora abbiamo chiesto che il piano sulla rotta centrale del Mediterraneo va implementato e messo in modo".

"Io sono convinta che vedremo questa cooperazione, che per esempio vuol dire prendere risorse e impiegarle verso sud e non verso est: sono stati spesi sei miliardi con la Turchia per gestire la rotta balcanica, io ho un obiettivo simile con i Paesi del Nord africa".

Giorgia Meloni è poi tornata sul discorso relativo alle Ong. Abbiamo rilanciato - ha dichiarato davanti ai giornalisti - il gruppo di contatto sulle Ong. Il mio auspicio adesso è che le norme sulle Ong approvate in Italia vengano estese in ambito Ue".

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