Quegli esuli iraniani che tifano per Tel Aviv. "Cacciate gli ayatollah"

Ashkan: "Solo Israele ha capito che per la pace deve cadere il regime"

Quegli esuli iraniani che tifano per Tel Aviv. "Cacciate gli ayatollah"
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«Netanyahu? Sta facendo il lavoro sporco per tutti noi». Con loro, il lavaggio del cervello non attacca. I giovani iraniani conoscono bene il vero volto del regime islamista del loro Paese, il volto degli ayatollah, e non si lasciano incantare dai miti del conformismo anti-Israele in voga pure in Italia.

Hanno storie e idee diverse. Alcuni hanno lasciato il loro Paese, ma ne ricordano le guerre, e l'oppressione. Altri sono nati in Italia da esuli in fuga che si sono rifatti una vita in Europa. Certo, hanno posizioni differenti sul da farsi ma tutti mantengono un legame con la loro patria, coltivano il sogno di tornarci e la speranza che ad accoglierli ci sia una democrazia. E sulla guerra hanno spesso opinioni che sfidano l'ideologia anti-occidentale imperante. «Bibi (Netanyahu, ndr) deve rispondere e lo farà - spiega Ashkan Rostami, attivista, membro del consiglio transizione del Iran e del Partito costituzionale del Iran, di orientamento monarchico-liberale - ma sembra che la vita del regime ormai stia finendo». Per lui ci sono le condizioni sociali per una svolta. L'Iran è pronto. «Il popolo sì - riflette - Soprattutto se Israele attacca e indebolisce il regime e la sua forza di repressione. Ci sono le condizioni sociali, a partire da un'economia che va malissimo». Ashkan spera che fra Iran e Occidente non sia un «gioco delle parti». «Spero che Israele e Usa intervengano davvero e che ci sia una svolta democratica, una rivoluzione». «Israele - per Rostami - è l'unico Paese al mondo che ha capito che per la pace bisogna far fuori il regime islamico».

Idee diverse ma un giudizio non lontano è quello di Rayhane Tabrizi (foto), attivista nota a Milano per il suo impegno a favore della democrazia e dei diritti, e non solo in Iran (il 9 ottobre sarà protagonista della presentazione di «Iran a mani nude. Storie di donne coraggiose contro ayatollah e pasdaràn» di Mariano Giustino). «Spero che il regime della Repubblica islamica si elimini al più presto - dice - senza entrare in guerra e con il minimo danno al popolo, e che Iran sia pronta per avere una democrazia». «È vero che la politica di Israele ha causato ostilità per gli israeliani ma Netanyahu sta facendo il lavoro sporco per tutti noi». «L'asse del male» per Rayhane è quello Hamas-Hezbollah-ayatollah. Grande impatto emotivo dagli eventi in corso, anche per un'altra attivista, Leyla Mandrelli. E un'analisi piuttosto diversa: «Razionalmente credo che sia un gioco delle parti, di tutte. Io spero in un Medio oriente di pace e prosperità per tutti i popoli.

Tutti - sottolinea - Quindi sono contro il regime islamico dell'Iran e contro questi leader israeliani, contro Hamas ed Hezbollah, consapevole della rete che c'è dietro con la Repubblica islamica. Non sono perché qualcuno venga a salvarci - osserva - Spero che un domani il popolo iraniano possa decidere liberamente alle urne chi e come lo rappresenti».

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