Non sarà proprio un film con tanto di «happy end», ma l'importante era riniziare con il «buio in sala» (nel senso buono, cioè per consentire la proiezione dei film). I numeri non sono ancora pienamente soddisfacenti, ma qualcosa comincia a muoversi in attesa di una ripresa completa che speriamo avvenga il più presto possibile. Saranno circa 120 su 1.400 i cinema italiani che da oggi riapriranno le porte al pubblico. I numeri, pari al 15 per cento delle strutture in zona gialla (in quelle arancioni e rosse gli schermi resteranno ancora «oscurati») sono stati comunicati dall'Anec, l'Associazione nazionale esercenti cinema: «Le condizioni di riapertura sono insostenibili, a cominciare dal coprifuoco alle 22 che impone l'ultimo spettacolo alle 19,30; il divieto di vendere pop corn e affini e, soprattutto, il fatto che, con la riapertura annunciata solo una decina di giorni fa, non ci sono molti film da portare in sala. La programmazione delle uscite richiede infatti circa quattro/cinque settimane». Ma quali sale riapriranno? A Milano - come anticipa «Il Corriere della sera» - il cinema Beltrade sarà il primo a riaprire: ha fissato il primo spettacolo alle 6, con «Caro diario» di Nanni Moretti. Riapre anche il cinema Orfeo mentre il cinema Mexico ha pensato a una riapertura speciale. La sala lunedì ospiterà l'anteprima di «Due» del regista Filippo Meneghetti, che dopo l'ultima proiezione (inizio alle 19;30) risponderà alle domande del pubblico. Riaprirà anche il Cinemino con una programmazione dalle 15 con «Mank» protagonista Gary Oldman e alle 19.30 «Processo ai Chicago 7». Aperto anche l'Anteo (sia il Palazzo del Cinema che Citylife) sono pronti alla riapertura. Uci Cinemas invece ha annuncia la riapertura «delle proprie strutture al pubblico a partire da metà maggio». A Roma riaprono il Quattro Fontane e Nuovo Sacher.
Mentre a Genova i cinema Sivori e Odeon con i film «Minari» e «Mank» sono pronti ad accogliere gli spettatori.Significativo l'appello di Lino Banfi: «Aiutiamo la ripartenza. Quello di tornare al cinema da oggi è un segnale forte che bisogna dare: quello del nonno che, vaccinato, torna in sala per dare un segnale di speranza».
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