Eletti Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana rispettivamente alla presidenza di Senato e Camera, manca solo l'elezione dei capigruppo prevista martedì per rendere possibili le consultazioni dirette al conferimento dell'incarico di formare il nuovo governo. E molto probabilmente il presidente della Repubblica darà il via alle convocazioni a metà della settimana prossima.
Ecco i passaggi necessari alla formazione del governo che dovrà poi chiedere la fiducia alle Camere neoelette. La data cerchiata di rosso è giovedì 20 ottobre, giorno che tutti indicano come il più probabile per l'apertura delle porte dello studio alla Vetrata, luogo nel quale Sergio Mattarella riceve le delegazioni dei partiti. Per prassi ormai consolidata il capo dello Stato consulta prima i suoi predecessori (in questo caso Mattarella, quindi, chiamerà Giorgio Napolitano), poi i due presidenti appena eletti e infine i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento. Solitamente vengono sentiti i capigruppo a cui normalmente si uniscono i leader. I partiti che fanno parte di coalizioni elettorali possono decidere se formare un'unica delegazione o se salire al Quirinale in autonomia. Visto il numero esiguo dei gruppi parlamentari, le consultazioni potrebbero durare un giorno e mezzo.
Dunque tra il 21 sera e il 22 Mattarella potrebbe conferire l'incarico. Una volta ricevuto il mandato, per prassi il premier incaricato accetta con riserva e avvia consultazioni con le delegazioni dei partiti disponibili a sostenere il nuovo esecutivo.
Se le sue consultazioni hanno esito positivo, torna al Quirinale, il premier incaricato scioglie la riserva, viene nominato presidente del Consiglio e legge la lista dei ministri. In assenza di «intoppi» politici, quindi, il nuovo governo potrebbe giurare già negli ultimi giorni di ottobre.
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