"Il 2023 parte debole, ma non c'è recessione". Da Confindustria segnali di ottimismo

"Prezzi dell'energia in calo: tassi su fino al 4% poi la Bce si fermerà"

"Il 2023 parte debole, ma non c'è recessione". Da Confindustria segnali di ottimismo

I prezzi dei prodotti energetici rallentano. Le famiglie ricorrono ai discount e i consumi rimangono prudenti. L'economia italiana dopo la crescita del 3,9% messa a segno nel 2022 rallenterà. Ma il Pil sarà meglio delle attese, anche nel primo trimestre dell'anno. L'Italia, dopo la contrazione dello 0,1% registrata negli ultimi tre mesi dell'anno passato, eviterà così lo spettro della recessione. La previsione è del Centro Studi di Confindustria (nella foto il presidente Carlo Bonomi) che, senza spargere facile ottimismo, archivia però le aspettative di una stagnazione o di una moderata recessione all'inizio del 2023.

L'Italia parte con un +0,4% di Pil acquisito e le ultime stime degli economiste sono tutte leggermente sopra o sotto il +0,6% previsto dal governo. Certo l'inflazione pesa. Lo dice anche il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli che evidenzia come la riduzione del potere d'acquisto rallenti i consumi. E Confindustria conferma. Le vendite al dettaglio erano fiacche e rimangono tali: gli italiani mantengono «decisioni di consumo prudenti per l'alta inflazione: la spesa delle famiglie si è spostata ancora più verso i discount». I consumi e l'economia risentono dei prezzi dell'energia. Che vanno letti con attenzione. Dalla fine dell'anno registrano una calo. Ma rimangono comunque ben al di sopra dei livelli di due anni fa. Questo «sta favorendo la riduzione dell'inflazione in Italia e Europa (seppur su valori ancora elevati) e lascia intravedere la fine del rialzo dei tassi entro il 2023 (non prima di un altro paio di aumenti)». La previsione è che il tasso di sconto del 3% possa salire al 3,5% a marzo e poi subire un ultimo rialzo, toccando quota 4%. Certo l'aumento dei tassi preoccupa soprattutto le industrie, visto che la quota di imprese che ottiene il credito solo a condizioni più onerose è cresciuta - calcola Confindustria - dal 7,3% del passato al 42,9% La Bce guarda con attenzione all'inflazione core. Così se i prezzi dell'energia calano è anche vero che salgono quelli delle materie prime non energetiche con punte del +16,8% sui metalli. Anche la dinamica dei prezzi, se non si considerano energia e alimentari, è in salita: l'ultima rilevazione indica un +4,6% contro il +4,2%. Come dire, la battaglia contro il caro prezzi potrebbe non essere finita. I nodi rimangono anche altri.

La produzione industriale, che ha registrato a dicembre un rimbalzo dell'1,6% dopo tre mesi di calo, potrebbe migliorare ancora. Mentre la fase di debolezza prosegue nel settore delle costruzioni. Continua la crescita dell'export italiano, aumentato del 7,7% in volume nel 2022. Ma anche in questo caso la dinamica è in rallentamento.

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