Dopo aver silurato i decreti sicurezza e spalancato di fatto le frontiere nazionali alle navi delle Ong ed al loro carico, Luciana Lamorgese minimizza sulla questione immigrazione, sovraffollamento degli hotspot di Lampedusa e pericolo di diffusione del Coronavirus ad esso connessa, preferendo rivolgere la propria attenzione allo scarso distanziamento dei tavolini in bar e ristoranti.
Ebbene si, 728 clandestini, per la maggior parte di nazionalità tunisina, sbarcati in appena 30 ore sull'isola, ma il ministro dell'Interno liquida la questione in modo molto rapido durante l'intervista concessa a "Il caffè della domenica", trasmissione in onda sulle frequenza di Radio 24. A Maria Latella, conduttrice del programma, infatti, Luciana Lamorgese ha espresso invece le sue preoccupazioni per quanto riguarda la scarsa attenzione posta sul distanziamento tra tavolini in locali, ristoranti e bar.
"Adesso è il momento della responsabilità da parte di tutti, perché non può esserci un appartenente alle forze di polizia dietro ognuno di noi, siamo noi che dobbiamo essere responsabili", ha spiegato il titolare del Viminale durante l'intervista, come riportato da AdnKronos. "Quando parliamo degli esercenti, dei commercianti e dei gestori dei bar, anche da parte loro ci vuole senso di responsabilità", ha aggiunto il ministro dell'Interno evidentemente molto allarmato almeno da questa situazione."Io penso anche al distanziamento tra tavolini, per esempio ieri ho visto nei bar all’aperto tavolini molto ravvicinati, anche questo sarà oggetto non solo dei controlli delle forze di polizia ma anche di attenzione da parte dei titolari degli esercizi pubblici".
Le modalità di controllo delle nostre abitudini che, stando alle notizie fino ad ora filtrate circa il contenuto del nuovo Dpcm, potrebbero minare addirittura la libertà anche tra le mura delle abitazioni private, arrivano pertanto ad investire in primis proprio i proprietari di locali pubblici. "Questa è una battaglia che dobbiamo vincere tutti insieme", conclude sul tema Lamorgese.
Per quanto riguarda le verifiche del rispetto delle norme anti-Covid sul territorio, il ministro si è detto particolarmente soddisfatto, con controlli capillari che potranno vedere anche il coinvolgimento dei militari di Strade sicure e che hanno comunque già portato a staccare numerose sanzioni amministrative nei confronti dei trasgressori. "Il momento è difficile, le forze di polizia hanno dimostrato nei mesi trascorsi una grande capacità di controllo e grande umanità. Da marzo fino a giugno abbiamo fatto 24 milioni di controlli sulle persone e 470mila sanzioni".
Infine la questione "migranti", che non agita particolarmente il sonno di Lamorgese: "Abbiamo mandato i militari in Sicilia non per il Covid ma per i tanti arrivi e il conseguente bisogno di controlli. Nelle strutture di prima accoglienza ci sono 56 mila persone, e sono positivi 1.
238, poco più del 2% degli arrivi", spiega il titolare del Viminale, che si dice talmente sicura del fatto suo da concludere: "I numeri non sono preoccupanti rispetto a quelli che vediamo sul territorio. Non è che il Covid lo portano i migranti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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