Silvio Berlusconi lo aveva promesso all'inizio di questa campagna elettorale: sarebbe sceso in campo in prima persona per trainare Forza Italia. Come sempre ha fatto, il Cavaliere sta mantenendo la parola ed è impegnato in una intensa campagna social e mediatica con la quale sta presentando agli italiani il programma di governo di Forza Italia e quello del centrodestra, con la consueta trasparenza nei confronti degli elettori. Di contro, però, c'è una compagine sgangherata, guidata da Enrico Letta, che ha deciso di spostare il confronto sul piano della delegittimazione e non su quello politico.
La coalizione di centrodestra non nasce per le elezioni, come sottolinea Berlusconi, ma "è unito, dal 1994 ad oggi abbiamo avuto qualche divergenza ma non è mai venuta meno l'unità di fondo del nostro schieramento". Un elemento che manca totalmente a sinistra, che raccoglie partiti minori per fare numero. "Noi di Forza Italia siamo l'unica forza nel Paese che può dirsi liberale, garantista, europeista e atlantista. Nel programma comune con i nostri alleati, come Forza Italia abbiamo contenuti specifici importanti dove prendiamo un solenne impegno con gli elettori", ha confermato Silvio Berlusconi, ribadendo l'identità di ogni singolo componente della coalizione.
"Per ora non ho impressioni buone, vedo una brutta campagna elettorale nella quale solo noi parliamo di cose concrete, la sinistra è concentrata nel modo migliore per non far vincere quella che loro chiamano la destra. Lo hanno con una squadra composita e contraddittoria dove possono solo insultare e calunniate gli avversari", ha spiegato il Cavaliere intervistato a Radio Montecarlo. Secondo il Cav, "se dovessero vincere le elezioni finiranno come il governo Prodi caduto in breve tempo". Una previsione che trova fondamento nelle lotte intestine già cominciate all'interno dell'armata Brancaleone di Enrico Letta, dove i partecipanti non solo hanno idee diverse ma, addirittura, contraddittorie.
I punti del centrodestra, invece, sono chiari e granitici ma, soprattutto, condivisi da tutti: "Non accetteremo mai una patrimoniale. I signori della sinistra hanno sempre in mente la patrimoniale". La ricetta del Cav è immutata: "Introdurremo una Flat tax al 23% per rimettere in moto l'economia e l'occupazione e uno dei nostri impegni è quello di aumentare le pensioni a mille euro al mese per tredici mensilità". L'obiettivo è garantire un'esistenza tranquilla agli anziani: "Le nostre mamme e le nostre nonne meritano di avere una vita serena". Ma il piano di Silvio Berlusconi guarda anche ai più giovani, per i quali si prevedono dei contratti di apprendistato ad "almeno mille euro al mese" e un aiuto per chi vuole assumere. Un piano che prevede "totale detassazione e decontribuzione. E stiamo pensando anche di sterilizzare l'Iva sui prodotti di prima necessità".
Silvio Berlusconi non ha perso l'entusiasmo che ha contraddistinto la sua discesa in campo nel 1994 e a Radio Montecarlo ha spiegato che il motto che contraddistinse quella campagna "non è superato perché non è uno slogan.
Io l'ho scritto proprio per ricordare la continuità e la coerenza del nostro impegno per un Paese come l'Italia che, se messo nelle condizioni di farlo, può compiere davvero un miracolo. Del resto, cito il 94, questo è il Paese che amo".
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