Che la guerra sia un enorme, squallido e putrido immondezzaio purtroppo è cosa risaputa. È la natura stessa di una guerra: si spara, si muore, si soffre. È così. Ma ci sono cose che sono e restano inaccettabili, inammissibili, schifose e vergognose anche durante un conflitto. Cose che mai dovrebbero accadere. Che solo a raccontarle si finisce catapultati un una realtà dove, in fondo, la guerra non è la peggiore delle brutalità. Prima fra tutte: toccare i bambini. E da quanto emerge dalle confessioni di due ex soldati della famigerata brigata mercenaria Wagner, sono stati tanti i bambini finiti nel mirino di questi orchi travestiti da soldati. Uccisi a sangue freddo, senza pietà, senza un briciolo di coscienza. Una pagina di disumanità che aggiunge orrore a una guerra già di per sé tremenda.
Lo hanno confessato due mercenari russi, senza tralasciare anche macabri dettagli. Non sono ipotesi, non sono fonti anonime. Azamat Uldarov e Alexei Savichev, due ex detenuti arruolati dalla compagnia Wagner, in servizio fino a poco tempo fa a Bakhmut e Soledar, hanno raccontato la loro storia a Gulag.net, organizzazione russa per i diritti umani. «Ho sparato alla testa a una bambina di 5 anni. Ho eseguito l'ordine con questa mano, ho ucciso i bambini, compresi i bambini di cinque anni», ha detto Uldarov. Sono più di 20 tra bambini e adolescenti ucraini uccisi a sangue freddo nelle due martoriate città. I due hanno raccontato altri dettagli, come l'aver fatto saltare in aria una fossa con più di 50 prigionieri feriti e l'esecuzione di tutti i residenti trovati in alcuni edifici, compresi i bambini. I due ex mercenari non lasciano spazio a dubbi: «L'ordine è arrivato dal capo Yevgeny Prigozhin in persona». A Soledar, secondo quanto raccontato da Savichev, l'ordine era che «tutti coloro che hanno più di 15 anni dovevano essere fucilati in una volta sola, senza una parola. Sono state uccise 20-24 persone, di cui 10 avevano 15 anni», ha detto, aggiungendo che tutti i miliziani sono stati minacciati di morte nel caso in cui avessero comunicato con i giornalisti.
Prontissima è arrivata la replica del capo dei Wagner, quel Prigozhin che negli ultimi giorni sta cercando di dismettere la mazza da esecuzioni simbolo della sua brigata e indossare l'abito dell'analista politico e dello stratega. «Nessuno spara mai a civili o bambini, nessuno ne ha bisogno. Siamo andati lì per salvarli dal regime in cui si trovavano», ha avuto il coraggio di dire. Anche se i dettagli dei suoi ex assassini lasciano sgomenti, che civili inermi fossero nel mirino non è certo una novità. Al punto che la Sbu, il servizio segreto ucraino, ha pubblicato l'intercettazione di un dialogo telefonico tra un soldato russo e sua moglie che conferma l'infamia dei russi. «Dobbiamo uccidere i bambini, le donne, tutti. L'annientamento è completo. Sono pronto, ma ad essere onesto sono un po' incasinato», racconta alla consorte il militare. Inquietante è anche il commento della moglie che dice «Ne abbiamo parlato, chi era pacifico, se n'è andato», per giustificare ogni sorta di nefandezza.
Ben diversa, naturalmente, la reazione da parte di Kiev. «I terroristi russi hanno confessato di aver ucciso bambini ucraini a Bakhmut e Soledar. Ora stiamo parlando di criminali di guerra del gruppo Wagner, ma questo fa luce sui crimini dell'esercito russo in Ucraina. Rubano i nostri bambini e uccidono», ha detto il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andrey Yermak. «Una confessione non è sufficiente. Sono mostri e assassinoi, ci deve essere una punizione crudele e giusta. E lo sarà. Scopriremo tutti i fatti e troveremo tutti coloro che li hanno commessi. I russi hanno rapito migliaia di bambini ucraini. Il mondo dovrebbe vedere il volto della Russia, non aver paura, ma colpirli duramente», ha aggiunto.
Secondo le stime dell'ufficio del procuratore, sono stati colpiti almeno 1.418 i bambini vittime del conflitto di cui 470 uccisi e 948 feriti ma è certo che i numeri siano ben peggiori. E raccontano di atrocità che vanno ben oltre l'orrore concepibile di una pur mostruosa guerra.
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