Addio alla ripresa: il 2020 è in rosso. Torna l'incubo della recessione

Confindustria spegne le ultime speranze: il Pil del quarto trimestre sarà negativo. Male industria, servizi, consumi e lavoro Il rischio degli Usa in versione isolazionista

Addio alla ripresa: il 2020 è in rosso. Torna l'incubo della recessione

Nella migliore delle ipotesi, l'andamento dell'economia sarà a «W». Scontato che il Pil del 2020 avrà il segno meno, ma ormai possiamo anche archiviare le speranze di un quarto trimestre positivo. Niente conferma, nemmeno parziale, della ripresa estiva. La Congiuntura flash del centro studi di Confindustria dà conto di una nuova caduta in recessione nell'ultimo trimestre dell'anno, risultato di una frenata nei servizi, ma anche nell'industria. Con la domanda interna fragile, il mercato del lavoro in frenata. Ora anche il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri (nel tondo) ammette un calo.

A portare il quarto trimestre in territorio negativo sono i Dpcm dell'emergenza Covid. «L'impatto sull'economia italiana - spiegano gli economisti di viale dell'Astronomia - dovrebbe essere contenuto rispetto al crollo nel primo e nel secondo trimestre (-17,8%), dato che molti settori produttivi restano aperti». Niente a che vedere nemmeno con il «forte rimbalzo nel terzo trimestre (+16,1%)».

Confindustria fa il punto sugli indicatori che anticipano le tendenze. In primo luogo il Pmi, legato agli ordinativi. Quello dei servizi in ottobre è calato al 46,7 dal 48,8 di settembre. Spenti anche i primi segnali positivi dell'industria. L'indice Pmi resta sopra la soglia di 50 punti (53,8). Ma «la produzione già a settembre-ottobre ha visto interrompersi il suo rapido recupero, sui livelli pre-Covid: ciò potrebbe preludere a una nuova, moderata, caduta nel quarto trimestre».

Per quanto riguarda la domanda interna, il calo è confermato, ma è meno pronunciato tra produttori di beni di consumo, con gli ordini risaliti a -28,3 (-34,4 nel terzo trimestre), e tra i produttori di beni strumentali a -31,4 (da -42,8). Ma è la fiducia delle famiglie a calare in modo più marcato. L'Icc, indice dei consumi di Confcommercio «segnala in ottobre un -8,1%» sul 2019, «i dati peggiori sono per turismo, servizi per il tempo libero, trasporti».

L'occupazione aveva immediatamente risentito della ripresa estiva, complici i lavori stagionali, ma la curva ora si è già appiattita. La disoccupazione, invece punta verso il basso. Non è un buon segnale. È il risultato della contrazione della forza lavoro, che si farà sentire nel quarto trimestre così come era successo nei mesi caldi della prima ondata di Covid.

Dinamiche legate alle scelte interne per contenere il contagio, ma anche da fattori esterni. C'erano speranze per i buoni risultati dell'export, ma si stanno spegnendo. «Le indicazioni a inizio quarto trimestre erano positive: in risalita gli ordini manifatturieri esteri. Tuttavia, le probabilità di una nuova caduta a fine anno sono alte, a causa della pandemia».

La tendenza, la frenata di fine 2020, non sarà evitata dall'esito delle elezioni negli Stati Uniti, che attivano semmai altre incognite. «Le future politiche economiche statunitensi restano incerte, frenando le decisioni di investimento e gli scambi produttivi e commerciali», si legge nello studio della confederazione guidata da Carlo Bonomi. «Tuttavia in prospettiva, uno scenario più chiaro riguardo ai nuovi equilibri politici Usa - aggiunge la congiuntura flash - potrebbe ridurre l'incertezza e accrescere la fiducia».

Il destino degli Usa è importante per noi.

Gli Stati Uniti «sono il terzo mercato di sbocco per il nostro export, con un peso in forte crescita negli ultimi anni, sia attraverso l'elevata partecipazione del manifatturiero italiano alle catene globali del valore».

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