Enrico Letta è nel limbo per via della crisi interna al MoVimento 5 Stelle ed il concetto di "campo largo" sembra destinato a naufragare. Prova ne siano le interlocuzioni che il segretario del Pd ha avviato alla sua sinistra: dai Verdi di Angelo Bonelli a Sinistra italiana di Nicola Fratoianni, così come ripercorso in questo articolo de IlGiornale.
La conferma sulle difficoltà dell'ex premier arriva da dove non te lo aspetti, ossia dagli ambienti zingarettiani.
"Quale affidabilità possono avere i grillini?", tuona un esponente molto vicino al governatore della Regione Lazio che preferisce i microfoni spenti. "La verità è che la sta spuntando Base riformista - aggiunge - , con la storia dell'aggiustare il tiro verso il centro e del riaprire la strada all'alleanza con i renziani". Sì, perché se la strategia di Enrico Letta era fare del Partito Democratico il centro-boa del cosiddetto Ulivo 2.0, l'azzeramento dei vertici pentastellati e l'affaire Conte-Di Maio aprono scenari nuovi e forse inaspettati per il Nazareno. Bisogna cambiare la tattica in corsa. Se non altro perché il principale degli alleati sta crollando su se stesso.
Il leit motiv che circola dalle parti del Pd è quello espresso dall'ex ministro Valeria Fedeli a IlGiornale.it: "Enrico Letta deve rilanciare il partito nella sua natura plurale e non in funzione del MoVimento 5 Stelle". In estema sintesi: "Adesso bisogna pensare a noi". E l'affaire Conte va lasciato al suo destino, mentre la dirigenza piddina dovrebbe occuparsi delle prospettive senza ragionare su quello che accade altrove.
Le Agorà stanno per terminare e, alla fine dell'iniziativa, il ministro della Salute Roberto Speranza dovrebbe annunciare la sua adesione al Pd: "Dovrebbe andare più o meno così - sussurra la fonte zingarettiana di prima - : Speranza, finite le Agorà, si alzerà dalla sedia e si dirà persuaso dal progetto". Letta però non può pensare di sostituire il junior partner pentastellato con il semplice ingresso di Leu. Ecco perché la visione di Base Riformista - scaricare Conte e convergere al centro - potrebbe costituire un problema per il vertice Dem, che continua a pensare al centrosinistra come al punto focale di un'alleanza in grado di coprire lo spazio che ai tempi ha era riuscito a ricoprire Romano Prodi. Sono due modi diversi di approcciare ai mesi che condurranno dritti alle elezioni politiche.
Concentrarsi sul Pd è anche quello che sembra dire la senatrice Tatjana Rojc quando, interpellata in Senato, afferma che "ora ci sono le Agorà, dove si raccolgono idee.
E ci sono da fare riflessioni sui territori". Tradotto: il Pd deve pensare al Pd, mentre il MoVimento 5 Stelle, se proprio dev'essere, andrebbe collocato come un problema secondario nella scala gerarchica delle priorità.
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