Un codice di condotta per le donne. È una delle trovate del sindaco di Colonia, Henriette Reker, in risposta alle decine di assalti a sfondo sessuale compiuti contro tante sue concittadine la notte di San Silvestro nel piazzale fra la stazione centrale e la cattedrale gotica della città. Assalti che ora dopo ora sembrano sempre più frutto di un attacco, almeno secondo quando detto dal ministro della Giustizia tedesco, Heiko Maas, intervistato da Zdf. Nel giro di poche ore alcune centinaia di uomini fra i 15 e 35 anni, molti dei quali ubriachi, hanno borseggiato, palpeggiato e terrorizzato le passanti, nella sostanziale incapacità della polizia di riportare la situazione all'ordine. Fra le 90 denunce ricevute, ce n'è anche una per stupro. «I crimini sono stati compiuti da persone apparentemente provenienti per la gran parte dal Nord Africa o dal mondo arabo», aveva spiegato ore prima il capo della polizia locale, Wolfgang Albers. Eletta alla guida della città lo scorso novembre dopo una campagna elettorale in cui è stata accoltellata da un pazzo che la trovava troppo filo-immigrati, Frau Reker ha consigliato alle donne di Colonia di tenersi «a un braccio di distanza» dagli sconosciuti. Il suo suggerimento è stato fatto a fette: «#einearmlänge» («A un braccio di distanza», in tedesco) è subito diventato un hashtag virale su Twitter. «Io ho le braccia corte - ha replicato un'utente - può essere pericoloso in caso di emergenza?». Più pratica, un'altra ha scritto: «Mi aspetto che da domani ci siano autobus per sole donne: diversamente non potrò seguire il consiglio». Poca voglia di scherzare invece alla Faz, secondo cui il codice di condotta del sindaco è una manifestazione «di puro disprezzo per le vittime». «Oltre al fatto che mantenere la distanza di un braccio nella calca di una stazione è del tutto irrealistico - si legge sul giornale di Francoforte - la raccomandazione ha uno sgradevole retrogusto paternalistico e ricorda le argomentazioni di chi insinua che le donne vittime di stupro portino la gonna troppo corta». Il consiglio della Faz è di arrestare i colpevoli delle aggressioni a sfondo sessuale. «Al momento non abbiamo alcuna pista che ci porti agli assalitori» ha invece risposto Albers in conferenza stampa con il sindaco. Una soluzione del caso è lontana: al contrario, con il passare delle ore le denunce per dieci casi di moleste sessuali ad Amburgo la stessa notte sono salite a 39 e alla lista si è aggiunta Francoforte con sette assalti e le stesse modalità: donne aggredite da stranieri. Troppi incidenti per non pensare a una mente unica. L'unità speciale «Casablanca» della polizia di Düsseldorf sta indagando assieme ai colleghi di Colonia per capire se dietro alle aggressioni di Capodanno vi sia la criminalità organizzata. Di certo qualcosa non ha funzionato. Lo prova anche lo scambio di accuse fra il ministro degli Interni De Maiziere, incredulo per la scarsa efficacia dei poliziotti di Colonia, e Albers, che ha escluso di dimettersi; nella città renana si prepara il Carnevale ed è atteso un milione di visitatori. A infastidire i tedeschi ha contribuito anche l'atteggiamento omertoso della polizia e dei media: a esclusione di quelli locali, le reti nazionali hanno ignorato gli assalti fino al 4 gennaio. Per molti si è trattato di una scelta voluta: la notizia di assalti attribuiti a giovani arabi avrebbe rischiato di turbare il governo di Angela Merkel impegnato ad accogliere 1,1 milioni di profughi mediorientali. Zdf, il secondo canale della televisione pubblica, si è scusato con i suoi spettatori per non aver dato la notizia già da sabato.
Nel giro di poche ore gli editoriali in cui si chiede di usare contro gli stranieri la stessa mano ferma riservata a hooligans e teppisti si sono moltiplicati e già mercoledì sera De Maizière ha dichiarato che i responsabili delle violenze - fino a mille persone, molte delle quali sarebbero immigrati o figli di immigrati tra i 15 e i 35 anni - saranno «puniti» e che chi «chi commette gravi crimini deve aspettarsi di essere espulso dalla Germania». Il ministro dell'interno, Thomas de Maizière,- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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