Alessandro Di Battista: "Cosa mi manca in Usa? I miei amici. E Di Maio..."

Di Battista si racconta a Oggi: "Cosa mi manca dell'Italia? Di Maio". E sull'immigrazione: "La sinistra ha un atteggiamento borghese"

Alessandro Di Battista: "Cosa mi manca in Usa? I miei amici. E Di Maio..."

"Cosa mi manca dell'Italia? Gli amici storici che, dopo la mia elezione in Parlamento, hanno continuato a trattarmi come prima. Mi mancano i colleghi parlamentari dei Cinque Stelle che stanno facendo un lavoro bellissimo. E poi mi manca molto Luigi… Lo considero uno dei miei migliori amici".

Alessandro Di Battista racconta al settimanale Oggi in edicola da domani le prime settimane negli Stati Uniti, dove è andato con la moglie Sarah e il figlio Andrea per una serie di reportage per il Fatto dopo aver deciso di non ricandidarsi in Parlamento. "Non ho mai detto che avrei smesso di esprimere le mie opinioni sui social…", replica però a chi gli fa notare che, seppur a grande distanza, continua a commentare la situazione politica e a portare avanti le battaglie del M5S, "Il bello della Rete è che ognuno può dire quello che pensa. Già nel 2014 avevo detto che non mi sarei ricandidato e che sarei tornato a fare il mio lavoro. Dopo anni in prima linea, ho maturato un po’ di pelo sullo stomaco. Quando si fa un mestiere pubblico, si mettono in conto le critiche".

E infatti anche su un tema caldo come quello dell'immigrazione Di Battista è pronto a dire la sua, difendendo in toto la linea del governo e attaccando la sinistra: "Ho combattuto per la legalità nel Mar Mediterraneo e ritengo che finora non vi sia stato il rispetto delle regole", dice, "La sinistra ha un atteggiamento profondamente borghese. Fingono di non sapere che l’immigrazione e l’accoglienza possono essere un problema reale per i cittadini. Certo, per quelli che vivono nei quartieri alti delle grandi città è più difficile accorgersene. Bisogna studiare bene le cause che portano migliaia di uomini, donne e bambini a lasciare i loro Paesi d’origine, le loro case e i loro affetti per cercare il riscatto in Europa".

Poi però torna a difendere il suo amico Di Maio, che proprio a causa della preponderanza dell'immigrazione nell'agenda politica ha rischiato soprattutto nei primi giorni di governo di essere "oscurato" dall'altro vicepremier, Matteo Salvini.

La colpa? Dei media: "È una strategia per provare a far credere ai cittadini che il MoVimento 5 Stelle non si stia occupando di altro", sostiene Dibba, "E invece, Luigi Di Maio come ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico sta facendo atti importanti e inediti. Tutto questo mi fa credere che per un certo tipo diestablishment il MoVimento sia un nemico più forte della Lega".

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