Energia, metallo e grano: cosa possiamo perdere

L'Ice: "Forte dipendenza per le materie prime, è a rischio la catena di approvvigionamento". Confcommercio: "Pil giù dell'1,7% a marzo". L'inflazione costa altri 1.800 euro per famiglia

Energia, metallo e grano: cosa possiamo perdere

Mosca minaccia l'Italia di conseguenze irreversibili in caso di altre sanzioni, rinfaccia il sostegno dato all'inizio della pandemia e attacca il ministro della Difesa Lorenzo Guerini «falco antirusso». Le conseguenze economiche immediate sul nostro Paese valgono già oltre un punto di Pil, secondo le stime dell'Ocse sull'impatto del conflitto. L'inflazione sale del 6,1% su base annua. Schizzano i mercati di materie prime, gas, energia. Si teme lo choc energetico in tutta Europa, con l'Italia tra i Paesi più esposti per la dipendenza dalla Russia. «Stiamo chiedendo all'Ue di intervenire per fissare il tetto massimo ai prezzi del gas, mitigare i costi dell'energia e creare un fondo compensativo per gli Stati membri. Stiamo portando avanti il nostro Piano per diversificare le fonti di approvvigionamento e salvaguardare la nostra sicurezza energetica», ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Da una parte la dipendenza dalle forniture di gas russo al 40%, dall'altra l'effetto domino nella catena degli approvvigionamenti da Russia e Ucraina sulle materie prime: «Non è facile andare su altri Paesi a recuperare queste forniture», avverte il direttore generale dell'Agenzia Ice, Roberto Luongo. Si parla non solo di energia ma anche di metalli ferrosi, fertilizzanti, grano. «Siamo a fianco delle imprese per andare a vedere dove possiamo trovare nuove fonti di approvvigionamento. Già prima della crisi russo-ucraina, il costo dei container si era decuplicato da 1.500-2.000 euro a 10-15mila euro per un container da 20 piedi» e «c'erano mancanze per i trasporti internazionali. Adesso la situazione è ancora più seria e grave» sul versante delle esportazioni.

E sono già nere le nubi sulla ripresa: minore crescita e inflazione alta +6,1% su base annua, secondo le stime che fa Confcommercio nella congiuntura di marzo, fanno temere per la tenuta della ripresa. Gli effetti sulla spesa delle famiglie, secondo l'associazione, sono calcolati 1.826 euro in più all'anno: 1.220 euro per luce e gas, 320 euro per carburanti, 286 euro per alimentari e altri beni essenziali. La dinamica dei prezzi è spinta al rialzo dalle tensioni sui mercati delle materie prime e, osserva Confcommercio, è una tendenza che anche «ipotizzando una distensione inflazionistica e geopolitica, permarrebbe almeno fino ai mesi estivi». C'è poi il freno sulla crescita. Il pil italiano a marzo fa registrare un -1,7% su febbraio, consolidando la tendenza al rallentamento emersa nei mesi scorsi. Nel confronto annuo la crescita si dovrebbe attestare all'1,3%, in ridimensionamento netto rispetto ai periodi precedenti. Nella media del primo trimestre il Pil è stimato in calo del -2,4% sul trimestre precedente, dato che porterebbe comunque a una crescita su base annua del 3,3%. «Serve una reazione più rapida, in raccordo con l'Ue come accaduto per la pandemia, per finanziare questa nuova e più grave emergenza e per ridare altro ossigeno al sistema imprenditoriale - dice il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli - è uno scenario insostenibile per le nostre imprese». E poi ci sono i singoli comparti, già investiti dalle sanzioni. Come Federvini di Confindustria, che lancia l'allarme delle sue aziende: «L'Italia si colloca tra i principali partner commerciali della Russia in ambito agroalimentare. L'Italia esporta vini e mosti, inclusi i vini aromatizzati, per un valore pari a 167 milioni di Euro.

I vini spumanti rappresentano quasi la metà del valore con circa 71 milioni di Euro. In aggiunta alle difficoltà di eseguire e ricevere qualsiasi pagamento da e verso la Russia, l'impatto per i settori potrebbe essere molto grave nel breve e medio termine».

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