All'assalto di Lampedusa: 2.200 migranti in 24 ore

Sbarchi record dalla Tunisia ma anche dall'area subsahariana. Salvini: "Numeri inaccettabili"

All'assalto di Lampedusa:  2.200 migranti in 24 ore

I numeri, come non se ne vedevano da tempo. Oltre 2.200 migranti in 24 ore a Lampedusa, sessanta sbarchi. Altri tremila pronti a partire nelle stesse ore. I segnali delle ultime settimane avevano fatto presagire che la rotta dalla Tunisia sarebbe esplosa. Ma partono non solo i tunisini in fuga da un Paese in piena crisi economica e tensioni politiche, ma anche i migranti subsahariani che vengono fatti partire dai trafficanti dalle coste del paese nordafricano. Quelli arrivati a Lampedusa sono originari di Congo, Camerun, Nigeria, Costa d'Avorio e Guinea, Sierra Leone, Siria, Tunisia, Marocco e Burkina Faso, e in molti dicono di aver pagato tremila dinari tunisini per la traversata.

La Guardia costiera tunisina fa sapere di aver fermato negli ultimi tre giorni 79 tentativi di partenza. Oltre 2.900 persone sono state intercettate a bordo di imbarcazioni in difficoltà al largo di Sfax e Chebba, ormai veri «hub» delle partenze. La guardia costiera italiana è stata impegnata in salvataggi nell'area Sar, ha soccorso 2.500 migranti tra Sicilia e Calabria. Altri 190 naufraghi sono a bordo della Geo Barents, la nave di Medici Senza Frontiere, diretta al porto di Bari mentre in 78 sono stati recuperati dalla Life Support di Emergency in acque maltesi.

A Lampedusa l'hotspot di contrada Imbriacola ha toccato il record di oltre 2.250 arrivi in ventiquattro ore a fronte di poco meno di quattrocento posti. Ancora c'è chi non ce l'ha fatta ad arrivare. Due barchini sono naufragati nell'area Sar maltese, almeno sette cadaveri sono stati recuperati dalle motovedette della Guardia costiera e dalla Guardia di Finanza. Che hanno salvato nell'intervento circa dieci persone mentre altre sono state recuperate da un peschereccio tunisino che si trovava nell'area e che poi è stato scortato verso il porto di Lampedusa. Poche ore prima al largo della costa tunisina si erano persi i contatti con trentaquattro migranti provenienti da Paesi dell'Africa sub-sahariana: risultano tuttora dispersi dopo che la barca sui cui viaggiavano è affondata.

«I numeri di quest'anno sono inaccettabili per un paese moderno, civile e evoluto, anche perché non siamo in grado di dare assistenza a questa gente. Con tanti italiani in difficoltà non possiamo essere lasciati da soli», commenta il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. «Vediamo se l'Europa finalmente, dopo anni di chiacchiere, passa dalle parole ai fatti perché le frontiere italiane sono frontiere europee Lampedusa, Cutro, Ventimiglia, Trieste, Brennero sono frontiere europee. Quindi non possiamo essere lasciati da soli ad accogliere decine o centinaia di migliaia di persone e occorre intervenire sull'altra sponda del Mediterraneo, in Africa».

Il problema «è con la Tunisia», secondo il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che andrà nel paese nordafricano, nella «terza decade di aprile», annuncia lui stesso, con i suoi omologhi francesi e tedeschi, con la commissaria Europea per gli affari interni, Johansson e «probabilmente» con i ministri degli Interni francese e tedesco. «La difficoltà con quel Paese però, e anche per situazioni interne, è che spesso cambiano gli interlocutori. L'obiettivo - ha spiegato Piantedosi - è quello di offrire alla Tunisia una collaborazione volta a frenare le partenze e fare in modo di facilitare la riammissione delle persone in quel paese.

Certo, bisogna vedere quale sarà la postura degli altri Paesi europei, ma sono convinto che in questo modo potremmo dare anche l'idea di una compensazione di aiuto. In ogni caso arrestare i flussi deve essere la prima azione che dovrà essere discussa».

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