
«Se ne vada», «ha mentito al Parlamento», «non è all'altezza del ruolo».
Nell'aula di Montecitorio va in scena il consueto rito della mozione di sfiducia, stavolta contro il ministro della Giustizia Carlo Nordio per il caso Almasri. Per un'ora e mezza il Guardasigilli, seduto sui banchi del governo accanto al titolare del Viminale Matteo Piantedosi e al suo vice Francesco Sisto, ascolta in silenzio la requisitoria tambureggiante delle opposizioni. Replicherà prima del voto, in una seduta futura ancora da fissare.
I gruppi del centrodestra hanno deciso di non intervenire, per «non alimentare la tensione», si spiega. E poi la materia è scivolosa, le inchieste sono in corso, e proprio durante il dibattito la Procura di Roma fa sapere di avere inviato al Tribunale dei Ministri la denuncia presentata il 3 febbraio scorso da Lam Magok Biel Ruei, cittadino sudanese vittima e testimone delle torture del generale libico Osama Almasri. Denuncia che chiama in causa la premier Meloni e i ministri Nordio e Piantedosi per aver favoreggiato il libico.
Il nuovo dibattito sul caso Almasri, stavolta sub specie mozione di sfiducia, non sembra appassionare quasi nessuno: banchi della maggioranza vuoti, quelli dell'opposizione popolati solo attorno all'oratore di turno. Del resto il voto non è previsto e non molti sono interessati a sentire le argomentazioni dell'ennesimo grillino che lancia accuse strambe (una deputata molto agitata gli imputa persino «i bambini bruciati vivi nel genocidio di Gaza») o l'ennesima ola Pd alla «autonomia e indipendenza della magistratura» insidiata dalle perfide riforme di Nordio.
Il dem Federico Gianassi gli rimprovera di aver fatto «l'avvocato difensore di Almasri in aula, raccontando che l'ordinanza d'arresto della Corte penale internazionale era un testo in inglese e troppo complesso: al ministero è andato in tilt pure Google Transatlor?». Nordio sorride alla battuta, Gianassi lo sgrida: «Rida meno e lavori di più». Assai severo il renziano Roberto Giachetti, che con Italia viva aveva fatto aperture di credito ampie alle riforme annunciate dal Guardasigilli: «L'ho sempre seguita e stimata, ma mi ha deluso profondamente. La vicenda Almasri è di gravità inaudita, ma non c'è solo quello: lei è venuto meno a tutto quello che da giurista aveva sostenuto, alle sue idee di giustizia, di garantismo, di rispetto della verità».
Secondo il radicale Riccardo Magi, «per Nordio i motivi di sfiducia si sovrappongono: lui fa finta di nulla ma i suicidi continuano, il sovraffollamento anche, e non c'è alcuna misura che abbia un minimo effetto».
Per la capogruppo Pd Chiara Braga, il ministro «ha dimostrato di non essere all'altezza e ha anche aggiunto all'offesa anche l'attacco al ruolo di un organismo internazionale come la Cpi». Poi la consueta captatio benevolentiae alla magistratura: «Per voi l'autorità giudiziaria non può emettere provvedimenti sgraditi alla maggioranza. Se accade, additate quelle istituzioni come nemiche dell'interesse nazionale.
Il suo obiettivo, ministro, è delegittimarne l'operato minandone l'autorità».Fuori dall'aula, il capo dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri tira le somme: «La mozione sarà respinta. Nordio continuerà a governare il paese e l'opposizione continuerà a urlare inutilmente».
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