In aumento ricoveri in reparti ordinari e terapie intensive. Pochi i tamponi effettuati. I nuovi positivi registrati in 24 ore sono 8.561. Dunque dall'inizio della pandemia il nostro paese registra un totale di 2.475.372 contagiati.
Ancora molte le vittime: il bollettino quotidiano registra altri 420 decessi che si vanno ad aggiungere a quelli che giorno dopo giorno sono state contate come vittime di Sars Cov2. Si sale così all'impressionante cifra di 85.881 morti.
Ieri erano stati 11.629 i nuovi casi e 299 i decessi. Gli attualmente positivi sono quindi 491.630, mentre dall'inizio dell' epidemia sono 1.897.861 i pazienti dimessi o guariti.
Decisamente in calo i tamponi effettuati: sono 143.116 contro i 216.211 due giorni fa. Cifre comunque bassissime se si tiene conto del fatto che ora ai tamponi molecolari si sono aggiunti nel conteggio gli antigenici rapidi. I test dovrebbero quindi essere molti di più per immaginare di tenere sotto controllo la diffusione del coronavirus.
Il tasso di positività resta relativamente basso grazie appunto al fatto che sono stati introdotti nel conteggio gli antigenici. Il tasso sale al 5,9% comunque rispetto al dato di due giorni fa che era pari al 5,3%.
I dati solidi, quelli che poi preoccupano di più, restano in salita. I nuovi ingressi in terapia intensiva sono 150 per un totale di 2.421. A saldo con le uscite 21 in più. In aumento anche i ricoveri ordinari, 21,424, 115 in più di ieri.
In due regioni in 24 ore si sono registrati più di mille nuovi positivi Lombardia, con 1.484 casi individuati, ed Emilia Romagna (1.164).
Da ieri sono ritornati in classe migliaia di studenti. Ma per ora il tracciamento sui casi e i focolai a scuola è stato decisamente carente.
Protesta tra gli altri il sindacato autonomo Gilda che sottolinea come settimane fa sia stata inviata una richiesta formale ai ministeri dell'Istruzione e della Salute «per conoscere i dati dei contagi da Covid-19 su tutta la popolazione scolastica, ma non ci è ancora giunta alcuna risposta». Numeri ragionati non sono mai stati forniti anche se viene ribadito dagli esperti che la scuola non è fonte di contagio ma lo sono invece gli spostamenti che la riapertura degli istituti comporta.
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