Anoressiche a 9 anni: l'ultima emergenza spaventa le famiglie. I 5 segnali da cogliere

Oggi la giornata contro il disturbo alimentare. Sempre più bassa l'età dei primi sintomi a tavola. Genitori e pediatri impreparati: dal cibo sminuzzato al nervosismo, quando temere

Anoressiche a 9 anni: l'ultima emergenza spaventa le famiglie. I 5 segnali da cogliere
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A 9 anni ti immagini che una bambina pensi a fare la bambina. In quel mondo fatto di astucci pieni di penne colorate, di balletti in cameretta, di pattini coi brillantini e barzellette che non fanno mai ridere. E invece c'è chi a quell'età pensa di non essere abbastanza magra, progetta cosa scartare dal piatto e sminuzza il cibo per perdere tempo a tavola e non mangiare.

L'età in cui si manifestano i disturbi alimentari si abbassa e va a corrodere gli anni delle elementari, prima ancora che il corpo comincia a cambiare. Ma come fanno i genitori ad accorgersene? Quali sono le prime avvisaglie da non trascurare? «Un rifiuto improvviso di alcuni cibi prima graditi o l'eliminazione drastica di gruppi alimentari e un interesse eccessivo per alimenti light e diete possono essere campanelli d'allarme - spiega Adolfo Bandettini di Poggio, direttore medico dell'area psichiatria del Gruppo Kos - Così come lo sono il rifiuto di mangiare in compagnia e l'avvio improvviso di allenamenti intensi e ripetuti durante la giornata con l'obiettivo esclusivo di bruciare calorie».

I genitori che notano comportamenti strani devono avere il coraggio di capire che non si tratta di una fase passeggera della crescita, ma è bene si rivolgano al pediatra, chiamato sempre più spesso ad affrontare problematiche alimentari. «Il 30% delle persone colpite ha meno di 14 anni, con casi diagnosticati già tra gli 8 e i 10 anni. Un esordio precoce aumenta il rischio di conseguenze gravi, talvolta irreversibili. La diagnosi precoce è fondamentale perché permette di intervenire prima che il disturbo diventi più grave e difficile da trattare» afferma il presidente della Società italiana di Pediatria Rino Agostiniani in occasione della giornata dedicata ai disturbi del comportamento alimentare. Dal 2000 a oggi il numero di persone con disturbi alimentari in Italia è passato da 300mila a oltre 3 milioni, e potrebbe essere persino sottostimato. Come mai? Cosa scatta nella mente dei bambini? In parte, ma solo in parte, la «colpa» è dei social, che impongono un'immagine di bellezza non reale (ma vallo a dire a una bambina che si tratta di filtri), in parte la colpa è delle madri, a loro volta ossessionate da estetica, peso forma e aspetto fisico. «Ma la vera causa è più profonda - spiega Adolfo Bandettini di Poggio - e va trovata nella solitudine, il vero male di cui soffrono i giovani e i giovanissimi. Le ragazze, molto fragili, trovano una sorta di consolazione nell'autodisciplina. Cioè nelle regole ferree che si impongono per perdere peso e misure. E, inizialmente, dimostrano così la loro forza».

L'Italia è preparata ad affrontare il problema anoressia? C'è molta disomogeneità sul territorio e i posti letto dedicati ai minori sono pochi. Tra centri di cura e associazioni, le strutture sul territorio sono 214, cioè 34 in più rispetto a quanto rilevato nel 2024. La mappatura dell'Iss conta 132 centri appartenenti al Servizio sanitario nazionale, 32 del privato accreditato e 50 associazioni.

Al Bambin Gesù è stato appena concluso uno studio che apre a nuove prospettive terapeutiche grazie all'uso della Stimolazione transcranica a corrente diretta.

Il progetto ha coinvolto 64 pazienti dell'ospedale con diagnosi di anoressia nervosa, tra i 10 e i 18 anni. E i miglioramenti ci sono stati. Il grosso del lavoro (e della prevenzione) sta però ai pediatri. E ovviamente alle famiglie, chiamate a osservare e segnalare per tempo i comportamenti a rischio.

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