I motivi per votare Forza Italia alle prossime regionali in Lombardia e Lazio secondo Silvio Berlusconi sono tanti, ma ancora di più sono quelli per scegliere lui in persona. «Molti amici - dice in un video elettorale sui social - molti conoscenti mi hanno ripetuto anche in questi giorni che io sono l'italiano a cui gli italiani devono di più... Sono l'italiano che ha salvato trent'anni fa l'Italia dall'ascesa al potere dei comunisti di allora, che erano ammiratori dei comunisti russi. Quelli degli 85 milioni di vittime...».
Questo di aver fatto da barriera anticomunista, con la discesa in campo del 94 passando dal mondo della grande imprenditoria a quello in crisi della politica, è il suo primo merito. Ma in un'intervista al TG5 il già quattro volte premier spiega gli obiettivi degli azzurri che dovrebbero portare i voti di categorie come giovani, anziani, «mamme» e in generale di tutti i cittadini che vedono un valore nella libertà, chiedono sburocratizzazione e riforma garantista della giustizia, sono europeisti e atlantisti.
Berlusconi precisa che il voto del 12-13 febbraio sarà un po' un referendum sul governo Meloni, anche se «l'orizzonte è quello dei prossimi 5 anni». C'è poi la possibilità, dice, di «rafforzare il coordinamento tra l'esecutivo e le amministrazioni regionali, quel coordinamento che, negli anni dei miei governi, ha consentito la realizzazione di molte opere pubbliche». I giovani dovrebbero votare Fi per il «progetto preciso» che li riguarda: «Quello di togliere tutte le tasse e i contributi che gravano sui loro contratti di lavoro, quindi gli imprenditori avranno una grande convenienza ad assumere giovani e magari anche offrendo stipendi più elevati e molti di loro avranno una concreta e conveniente opportunità di lavoro». Per gli anziani, invece, pesa il «progetto fantastico per le loro pensioni e per quelle delle persone disabili, da aumentare a 1000 euro al mese per 13 mensilità». Sempre una pensione di 1000 euro al mese alle mamme casalinghe, alle quali il Cav vorrebbe «garantire la possibilità di una vecchiaia dignitosa e serena».
La lotta alla burocrazia è un altro cavallo di battaglia del leader azzurro, che intende cominciare dall'eliminazione delle autorizzazioni preventive di Comuni e Regioni «a chi vuole alzare una saracinesca o costruire un qualsiasi edificio, una casa o anche solo ristrutturarla», sostituendola con una lettera raccomandata o anche una semplice PEC. Quanto alla giustizia da riformare, tema sempre scottante, Berlusconi stavolta non si dilunga, dice solo che «la strada indicata dal ministro Nordio non ha alternative».
Nella coalizione di centrodestra oggi in maggioranza il Cav deve esaltare l'identità di Fi e lo fa descrivendola come la forza politica che «da trent'anni in Italia rappresenta le persone che si alzano presto al mattino e vanno a letto tardi la sera, le persone che con il loro lavoro contribuiscono a mantenere il benessere e la ricchezza del nostro Paese».
Sul voto pesa il macigno dell'astensionismo dilagante e Berlusconi si rivolge proprio a chi è indeciso, per dire: «Non devi avere dubbi, scegli il simbolo di Fi, perché noi ci impegneremo per costruire un'Italia più forte, con meno tasse, con più sostegno agli anziani, con più posti di lavoro per i giovani, con meno complicazioni burocratiche e con una giustizia più giusta». In particolare, una Lombardia «ancora migliore» e un Lazio da «riorganizzare al meglio e da rilanciare con assoluta determinazione».
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