Dopo mesi di negoziazione e di attesa arriva il via libera della Commissione europea al pagamento della terza rata del Pnrr da 18,5 miliardi di euro, che l'Italia attendeva da dicembre. Bruxelles accende il semaforo verde anche alle richieste di modifica - 10 obiettivi rivisti su 27 - per l'ottenimento della quarta rata da 16,5 miliardi entro fine anno. Il sì a entrambi i dossier segna un'accelerazione positiva nei rapporti con la Commissione, per cui la premier Meloni da Washington si dice «molto soddisfatta»: «È un grande risultato che consentirà all'Italia di ricevere i 35 miliardi di euro previsti per il 2023, è il frutto dell'intenso lavoro portato avanti in questi mesi». Toni molto più che concilianti quelli espressi dalla presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen: «Avanti tutta - scrive - L'Italia ha mostrato molti progressi nell'attuazione delle riforme e degli investimenti cruciali inclusi nel suo piano per la ripresa e la resilienza. Continueremo a stare al fianco dell'Italia in ogni fase del percorso per garantire che il piano sia un successo italiano ed europeo».
Lo sblocco della terza rata era stato annunciato ma rinviato per mesi. La tranche era rimasta impantanata in un tira e molla burocratico. L'ok è arrivato solo dopo che l'Italia ha accolto la proposta di Bruxelles di scorporare dalla rata i 519 milioni di euro del capitolo posti letto per gli studenti. Era questo il nodo su cui si erano incagliate le autorizzazioni dei tecnici di Bruxelles, per le divergenti modalità di conteggio degli alloggi. Così il target del raggiungimento del numero dei posti è stato spostato più avanti e quei soldi rientreranno con la quarta rata attesa per fine anno.
Per il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni sono «due importanti passi avanti con l'attuazione del Pnrr italiano. Una volta completate le procedure necessarie, l'Italia riceverà 18,5 miliardi di euro per continuare a sostenere lo sviluppo economico del Paese in questi tempi difficili. Nel frattempo, la nostra valutazione positiva delle modifiche mirate agli impegni per la quarta rata aprirà la strada all'Italia per presentare tale richiesta dopo la pausa estiva».
Il ministro per le Politiche Ue Raffaele Fitto, che martedì presenterà al Parlamento la proposta di revisione complessiva del Pnrr da inviare poi a Bruxelles, parla di un «lungo confronto costruttivo tra il governo italiano e la Commissione, continueremo la stretta cooperazione con la Commissione sulle modifiche della restante parte del Piano, incluso il RepowerEu».
Per il vicepremier Antonio Tajani il via libera alla terza rata è qualcosa che «avevamo sempre detto. Qualcuno che giocava contro l'Italia e contro l'interesse nazionale è rimasto deluso. Si è lavorato bene». Quanto alla revisione complessiva del Piano, per Tajani sono «cambiamenti che erano indispensabili per poter utilizzare al meglio i fondi Ue». Sono modifiche che invece fanno insorgere opposizioni e molti sindaci. La proposta del governo elimina dal Pnrr nove misure per 16 miliardi, perché contengono progetti che secondo Palazzo Chigi non sono realizzabili entro la scadenza del piano del 2026. Saranno per questo definanziati ma recuperati nei programmi di coesione che hanno una deadline più lunga, al 2029. La minoranza attacca sull'uscita di 1,3 miliardi destinati al dissesto idrogeologico. Allarma i comuni anche il taglio dei Piani Urbani Integrati.
Fitto ha assicurato che i progetti non vengono cancellati ma spostati su altre linee di finanziamento, al di fuori del Pnrr. Non basta per placare gli attacchi. Il presidente dell'Anci Antonio Decaro chiede «garanzie» per gli interventi già avviati.
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