Arriva il virus "Chikungunya". Stop alle donazioni di sangue

Tre persone colpite ad Anzio. Sotto accusa sempre le punture di insetti. L'intera zona è stata bonificata

Arriva il virus "Chikungunya". Stop alle donazioni di sangue

Di allarme in allarme. Dopo il caso di malaria, che ha provocato la morte di una bambina nell'ospedale di Brescia, ora le zanzare infette hanno colpito in provincia di Roma. Ad Anzio, infatti, tre persone si sono ammalate di chikungunya, che causa febbre e dolori articolari e il cui virus viene trasmesso dalle zanzare. I tre pazienti hanno accusato i primi sintomi in agosto ma, come riferisce un comunicato dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), «nessuno di essi aveva viaggiato all'estero nei 15 giorni che hanno preceduto l'insorgenza dei sintomi». Quindi, quasi sicuramente sono stati infettati da una zanzara nella zona in cui risiedono. L'Istituto Superiore di Sanità e l'Istituto per la malattie infettive Spallanzani di Roma, che stanno effettuando i test anche su altri casi simili, affermano che «il rischio di un'ulteriore diffusione è considerato basso a livello regionale e molto basso a livello nazionale». Il numero delle persone contagiate è sicuramente superiore a tre, ma la zona è già stata disinfestata, spiega l'Iss, ricordando che «l'arrivo dell'autunno impedirà all'epidemia di estendersi».

Per contenere la diffusione del virus e prevenire la sua trasmissione attraverso le trasfusioni, il Centro nazionale sangue ha bloccato cautelativamente le donazioni nel Comune di Anzio. Per 28 giorni non potranno donare sangue anche quelli che hanno soggiornato nella zona di Anzio dal primo agosto. Sono scattate naturalmente tutte le misure di controllo e prevenzione. Oltre alla disinfestazione, sono in atto la sorveglianza epidemiologica, un'indagine retrospettiva per identificare altri casi e il monitoraggio della zanzara tigre per definire l'entità della sua presenza nell'area di contagio.

Ma che cos'è la chikungunya? Una malattia causata dal virus che appartiene alla famiglia delle togaviridae, che viene trasmesso dalle zanzare Aedes, come la Aedes aegypti (che provoca la febbre gialla e la dengue) e la Aedes albopictus, volgarmente detta zanzara tigre, che è presente sia nelle zone rurali sia nei centri abitati del nostro Paese. Dopo un'incubazione che va dai 3 ai 12 giorni, si manifesta con sintomi che assomigliano all'influenza, con febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e soprattutto dolori articolari (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa «ciò che curva» o «contorce»), che limitano molto la mobilità dei pazienti. La malattia si risolve solitamente in pochi giorni, ma i dolori articolari possono continuare anche per mesi. Le complicazioni gravi sono rare e possono essere emorragiche o neurologiche, soprattutto nei bambini. Ancora più rari i casi di morte.

La chikungunya è una malattia nota già dal 1952, con la prima epidemia in Tanzania. In Europa i primi casi sono stati registrati nel 2007 in Emilia Romagna, provocati da zanzare locali. L'epidemia arrivò a colpire quasi 250 con un solo caso di morte. Da allora non si sono registrati nuove infezioni, ma in Francia ogni anno vengono individuati fra 10 e 13 pazienti con Chikungunya autoctona, oltre a diversi casi di dengue. «Per entrambe le malattie le responsabili sono le zanzare tigre spiega l'infettivologo Gianni Rezza - che pungono persone infette e diffondono la patologia fra gli individui vicini. Per fortuna si tratta di insetti molto pigri, che raramente si spostano per più di un centinaio di metri. Se non entrano in auto o in altri mezzi di trasporto, raramente le epidemie raggiungono dimensioni importanti».

Ormai da tempo, a causa degli inverni miti che non riescono a ridurre il numero degli insetti, si assiste al fenomeno della

migrazione delle zanzare portatrici di malattie. Si stima che, con l'aumento del riscaldamento globale, si sia estesa del 5 per cento l'area del mondo in cui le zanzare trovano condizioni ottimali per vivere e riprodursi.

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