Asili nido, part time e telelavoro arriva il contentino per gli statali

Annunciate le novità, ma ora si apre la guerra sul contratto

Asili nido, part time e telelavoro  arriva il contentino per gli statali

Roma - Orari di lavoro formato famiglia. È l'ennesimo annuncio di novità per il pubblico impiego da parte di un governo che pare impegnato soprattutto a schivare il tema più scottante, il rinnovo del contratto nazionale scaduto da sette anni. Il ministro competente, Marianna Madia, insieme a Maria Elena Boschi, che gestisce la delega alla Pari opportunità, ha allo studio una direttiva focalizzata sulle forme di lavoro flessibile per venire incontro alle esigenze dei dipendenti pubblici.

Si parla di nuove misure per facilitare la vita a chi deve conciliare il lavoro con il ruolo di mamma e papà. Dal governo parlano di nuove modalità spazio-temporali di lavoro, in particolare facilitazioni per part time e telelavoro. La delega in mano alla Madia, impegnata sul Testo unico di riforma del pubblico impiego, prevede infatti che almeno il dieci per cento dei dipendenti pubblici possa richiedere di aderire a forme di flessibilità del lavoro entro il 2018.

A questi provvedimenti si affianca la spinta sulle amministrazioni perché stringano accordi con nidi e scuole dell'infanzia. Nella direttiva Madia-Boschi dovrebbero rientrare anche servizi di supporto alla genitorialità durante il periodo di chiusura delle scuole e intese, anche con altre amministrazioni, per organizzare campi estivi per i figli dei dipendenti.

Tutte novità che potranno risultare gradita ai sindacati, ma che in questo momento hanno tutta l'aria di essere tentativi di spostare l'asse del confronto rispetto alle perentorie richieste della categoria: modificare il Testo Unico e rinnovare i contratti, dando il via libera agli aumenti salariali previsti. Per il governo il problema è chiaro: i soldi. Tant'è che per ogni provvedimento annunciato, dal part time agli asili nido il vincolo è esplicito, tutto si farà nei limiti delle risorse disponibili. Che, con l'Europa che preme perché si mettano sotto controllo i conti italiani, appaiono piuttosto scarse.

I sindacati annunciano di non essere disposti a fare sconti rispetto a quanto previsto dall'accordo dello scorso

novembre, che prevede aumenti medi da 85 euro al mese e si dicono pronti alla mobilitazione. Una cambiale sottoscritta da un altro governo. Tocca però a quello attuale vedersela con i sindacati. Oggi al via il faccia a faccia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica