Per fortuna dell'Italia e del nostro interesse nazionale l'ultimo (disperato) tentativo della sinistra europea, con la complicità di quella italiana, per bloccare l'incarico di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione Ue è caduto nel vuoto. Eppure fino alle ore prima il via libera della Commissione Regi dell'Europarlamento (competente per la delega di Fitto) c'è stata una frenetica attività per affossare il candidato dell'Italia con un'incredibile colpo di scena all'ultimo minuto. Dopo che nel pomeriggio di mercoledì sembrava essere stato raggiunto l'accordo tra popolari e socialisti per i sei vice commissari inclusi Teresa Ribera e Raffaele Fitto, la richiesta dei popolari spagnoli di aggiungere una clausola all'approvazione della Ribera di dimissione in caso dell'avvio di un'indagine nei suoi confronti per l'alluvione di Valencia, è scattata la ritorsione della sinistra verso Fitto. I gruppi europei di S&D, Renew Europe, The Left e Greens hanno presentato dei documenti aggiuntivi alla lettera di incarico a Fitto nella Commissione Regi con cui motivare la loro contrarietà alla sua elezione.
Nella nota dei socialisti europei (a cui aderisce il Partito Democratico) e di Renew si deplora «la scelta di Ursula von der Leyen di affidare a Raffaele Fitto la carica di Vicepresidente esecutivo» paventando che Fitto non sia «pienamente indipendente dal suo governo nazionale».
Ancor più netto il gruppo di The Left (di cui fanno parte gli europarlamentari del M5S e di Sinistra italiana) secondo cui Raffaele Fitto non è stato in grado «di garantire impegni forti per gli aspetti sociali e ambientali della politica di coesione» e «nutre forti preoccupazioni nei confronti del partito e del governo di Raffaele Fitto, in particolare per la loro politica sullo Stato di diritto, sulla RRF e sulla migrazione».
Per i verdi invece «la sua mancanza di impegno nei confronti del Green Deal e degli obiettivi di neutralità climatica, così come le sue risposte poco convincenti sui voti relativi allo Stato di diritto, rendono impossibile sostenerlo come vicepresidente esecutivo della Commissione europea». Il tentativo di affossare la candidatura di Fitto si è concluso con un nulla di fatto ma colpisce la complicità della sinistra italiana nell'avallare il tentativo dei rispettivi gruppi di colpire il candidato italiano alla Commissione europea.
Secondo Denis Nesci, Coordinatore Ecr della Commissione Regi «la sinistra ha avuto una posizione ambigua, prima si sono espressi a favore di Fitto, poi volevano inserire valutazioni non positive con delle postille ma lo abbiamo impedito perché è contro il regolamento». Nesci poi aggiunge «ci tengo a sottolineare che con Raffaele Fitto per la prima volta nella storia c'è un vicepresidente esecutivo che si occuperà di politiche di coesione».
Come spiega il capo delegazione di Fdi Carlo Fidanza «prendiamo atto che, come ampiamente prevedibile, non c'è stata alcuna dissociazione del Pd dalla dichiarazione del gruppo socialista». Non solo il Pd non si è dissociato dalla dichiarazione del suo gruppo ma alcuni europarlamentari europei potrebbero votare contro la nuova Commissione von der Leyen la prossima settimana al parlamento europeo. È il caso di Marco Tarquinio che ha dichiarato «sono orientato a dire no a questo tipo di commissione con molta amarezza». Sulla stessa falsariga Alleanza Verdi e sinistra che accusa la Commissione di «andare a destra» e annuncia il proprio voto contrario.
Su un punto però dovranno rassegnarsi: Raffaele Fitto sarà il nuovo commissario italiano con l'incarico di vicepresidente esecutivo nonostante la sinistra anti-italiana abbia fatto di tutto per boicottare la sua candidatura.
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