Asse franco-britannico su Kiev ma l'Europa va in ordine sparso

A Parigi impegno di Macron e Starmer: "Mosca finge di trattare, avanti le sanzioni". La proposta è una missione di "peacekeeping", però l'intesa unanime ancora latita

Asse franco-britannico su Kiev ma l'Europa va in ordine sparso
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Dichiarazioni di principio e una promessa da Macron: «Proposte concrete arriveranno nei prossimi giorni». Si chiude con un mero impegno del padrone di casa la giornata del summit parigino dei «volenterosi», quei 29 Paesi + 2 dall'Europa al Commonwealth fino all'Asia che hanno aderito al tavolo messo in piedi dall'inquilino dell'Eliseo e dal premier britannico Starmer. I due leader «nucleari» del Vecchio Continente lavorano da settimane per dar corpo ad almeno una delle ipotesi al vaglio: ieri a Parigi, tutt'altro che coincidenti sul «come» garantire una pace duratura in Ucraina nell'eventuale dopoguerra.

Secondo alcuni sherpa, qualcosa potrebbe muoversi già a metà dell'opera diplomatica messa in campo dall'Amministrazione americana. Già dopo un cessate il fuoco più solido, alcuni paesi europei potrebbero dislocare contingenti in punti chiave dell'Ucraina con l'obiettivo di scoraggiare azioni militari della Russia. «In aria, terra e mare». Sull'invio di peacekeeper, per ora «non c'è l'unanimità», ha ammesso ieri Macron, ma «non serve essere tutti» perché prenda vita una missione di soldati boots on the ground con compiti di «rassicurazione». Smarcarsi dall'ipotesi come fatto dall'Italia non sembra sufficiente a frenare il solco franco-britannico che mira a presidiare il Paese dall'interno; escludendo presenze nella linea di contatto, ma con i vertici militari di Francia e Gran Bretagna già incaricati di coordinarsi con le controparti gialloblù per rendere l'Ucraina una potenza europea.

Germania alla finestra. Sul punto, la riunione dei «volenterosi» si è chiusa con il mandato ai ministri degli Esteri di valutare il da farsi. Uniti allo stesso tavolo per dividersi in prospettiva. «Abbiamo evocato la preparazione e il monitoraggio del cessate il fuoco, ma dobbiamo dare la responsabilità all'Ocse? All'Onu?». Domande senza risposta per lo stesso Macron. In controluce, i prossimi summit potrebbero vedere l'aggiunta di americani e perfino cinesi. Parigi e Pechino «devono coordinarsi», ha detto ieri il capo della diplomazia d'Oltralpe all'omologo Wang Yi. Dopo gli input italiani, Macron ha riconosciuto il ruolo di Trump per fermare il conflitto: «Con lui ho un contatto costante». Manovre distensive con Washington, pur nel ritornello già intonato in Consiglio europeo. «Pace attraverso la forza». Altri aiuti a Kiev. «Il messaggio è chiaro, continueremo a sostenere il popolo ucraino». Meno il da farsi.

Secondo la presidente della Commissione europea, presente assieme al Segretario generale della Nato Rutte, la coalizione dei «volenterosi» è diventata «più grande, più forte e molto determinata, anticiperemo la parte Ue dei prestiti del G7 per l'Ucraina»: le sanzioni contro Mosca, ha annunciato Von der Leyen, «restano per mantenere la pressione sulla Russia». Macron ha accusato il Cremlino di «fingere» aperture. A Parigi c'è anche Zelenesky. Secondo la nostra intelligence, ha spiegato, Mosca si sta preparando a nuove offensive nelle regioni di Sumy, Kharkiv e Zaporizhia. «Stanno trascinando i colloqui per cercare di impadronirsi di ancora più territorio, l'Europa deve dimostrare di sapersi difendere». Ma c'è pure una battaglia per la leadership dei «volenterosi». Ancora una volta, certe scelte di Macron nel protocollo hanno innervosito il suo senior partner. A chiudere il summit è stato infatti il solo presidente francese, da un podio. Mentre a Starmer è stato «concesso» di improvvisare un punto stampa con accanto il presidente ucraino sul selciato dell'Eliseo. Poi in ambasciata.

Starmer ha elogiato «un'Europa che si sta mobilitando come non si vedeva da decenni» e l'aiuto a Kiev come «deterrente per il futuro». Ma quale Europa? Per la portavoce della diplomazia russa Zakharova, il tandem Parigi-Londra porterà allo scontro Russia-Nato. Ieri un velivolo spia russo è stato intercettato da caccia tedeschi nello spazio aereo Nato.

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