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AstraZeneca tra entusiasmo e incognite. Dubbi dell'Aifa: "Può originare le trombosi"

Palermo, giovani in massa all'open day. A Genova una 18enne è grave

AstraZeneca tra entusiasmo e incognite. Dubbi dell'Aifa: "Può originare le trombosi"

A Palermo i giovani hanno aderito in massa al primo giorno di open day del vaccino Astrazeneca. «Duecento vaccinazioni in una serata, un successo», hanno commentato gli organizzatori applaudendo alla coda di ragazzi all'ingresso dell'hub. Ma non tutti la pensano così. A cominciare dal governatore del Veneto Luca Zaia che ha scelto di limitare gli open day del vaccino di Oxford solamente ai 60enni. «Non è una mancanza di attenzione, è legittimo fare l'open day ma noi seguiamo le indicazioni dei nostri tecnici, che condividiamo. Non tifiamo per un vaccino piuttosto che un altro, per noi tutti i vaccini siamo uguali».

I dubbi nascono sia dalle indicazioni di Aifa, che da qualche settimana sconsiglia la somministrazione di AstraZeneca alle donne al di sotto dei 60 anni, soprattutto se assumono la pillola contraccettiva. E vengono avvalorati, oltre che dai casi sospetti di trombosi post-vaccino, anche dal caso della ragazza di 18 anni ricoverata a Genova in gravi condizioni al dopo aver ricevuto il vaccino. Tanto che sono gli stesso medici vaccinatori liguri a sollevare la polemica: «Il vaccino AstraZeneca ha un punto debole, assente nei vaccini a Rna: può causare una trombosi venosa associata a diminuzione delle piastrine, che si presenta a distanza di 5-15 giorni dalla vaccinazione e può avere esito fatale. In una vaccinazione di massa, anche una complicanza molto rara, ma potenzialmente letale può causare un numero significativo di morti, anche in soggetti che, per sesso ed età, come le giovani donne, hanno un rischio praticamente nullo di morire di Covid», rimarcano i medici in una lettera aperta pubblicata su Facebook. Ad allarmarli è il fatto che, nonostante in Italia sia stato raccomandato «l'uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni», il Governo ha deciso di autorizzare gli open day nelle regioni.

Anche l'associazione Coscioni interviene per opporsi agli open day aperti a tutti, sia per Astrazeneca sia per Johnson & Johnson. Tra i firmatari dell'appello ci sono scienziati e accademici come il suo copresidente Michele De Luca, professore ordinario nel Dipartimento di scienze della vita e direttore del Centro di medicina rigenerativa Ferrari dell'università di Modena e Reggio Emilia, Valeria Poli, presidente Società italiana di biofisica e biologia molecolare, Gilberto Corbellini, docente di bioetica alla Sapienza università di Roma; Anna Rubartelli, docente di biologia cellulare e molecolare, Gennaro Ciliberto, presidente della Federazione italiana scienze della vita.

«Trasmettiamo con la massima urgenza una lettera aperta che invita a sospendere immediatamente la distribuzione del vaccino anti-Covid19 AstraZeneca e Johnson & Johnson alle persone giovani di età a causa dei documentati rischi per la salute e la vita. L'appello si fa urgente in occasione degli Open Days aperti a tutte le fasce di età, compresi maturandi, infrangendo le raccomandazioni dell'Aifa di riservare il vaccino AstraZeneca agli ultrasessantenni».

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