Cinquantuno balene pilota sono morte e quasi altrettante sono state riportate verso il largo dopo uno spiaggiamento di massa avvenuto sulla costa meridionale dell'Australia, a Cheynes Beach, vicino ad Albany, circa 400 chilometri a sud-est di Perth. Le autorità australiane sono piuttosto ottimiste sul fatto che i cetacei sopravvissuti possano farcela.
I grandi cetacei della specie Globicephala Melas, più note come balene pilota per il loro comportamento spiccatamente gregario, sono in realtà grossi delfini dalla testa globiforme. Erano stati visti ammassarsi martedì lungo la spiaggia in numero di quasi un centinaio di esemplari. Ad avvistarle era stato Allan Marsh, responsabile del Cheynes Beach Caravan Park, che aveva segnalato l'episodio. I responsabili del servizio faunistico di Wa Parks and Wildlife Service si erano subito messi all'opera per cercare di riportare verso il largo i cetacei, sotto la guida del Dipartimento per la biodiversità, la conservazione e le attrazioni con la collaborazione di numerosi residenti che si erano radunati sulla spiaggia, finendo per irritare e preoccupare i soccorritori. «Comprendiamo la preoccupazione dei visitatori in questo momento e apprezziamo le offerte di aiuto dei volontari. Tuttavia, la sicurezza delle persone e delle balene è la nostra priorità principale, quindi chiediamo che il pubblico non si avvicini alla spiaggia», era stato l'avviso del centro per la fauna selvatica.
Poi, nella notte, cinquantuno esemplari sono morti. Le balene sopravvissute sono state monitorate e sono state guidate da volontari in kayak oltre la parte rocciosa della costa e in acque più profonde, come ha spiegato ai media Peter Hartley, che ha diretto di soccorsi. «Siamo ottimisti, dobbiamo essere ottimisti in queste circostanze - ha detto -. È molto stressante per tutte le persone qui, volontari e personale, e bisogna avere qualcosa a cui aggrapparsi».
Le balene pilota sono piuttosto soggette a questi spiaggiamenti di massa. È proprio il loro comportamento gregario a predisporli a questo triste destino. Nella storia si ricorda un arenamento di un migliaio di globicefali nel 1918 in Nuova Zelanda, mentre più di recente seicento balene pilota sempre in Nuova Zelanda, nella spiaggia di Farewell Spit nell'isola meridionale. In Tasmania lo stesso è accaduto a duecento cetacei. I Globicephalas Melas non sono una specie a rischio estinzione: si calcola infatti che ne esistano attualmente almeno 200mila e nella sua «lista rossa» delle specie minacciate la Iucn la classificano come «a basso rischio» e «dipendenti dalla conservazione». Può essere agevolmente avvistata al largo delle coste di Cile, Argentina, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda, in gruppi che possono andare da poche decine di esemplari a qualche centinaio.
La balena pilota è stata a lungo cacciata dai balenieri con la cosiddetta tattica della «guida», in cui le imbarcazioni circondavano e spingevano i cetacei a riva, dove li uccidevano. Oggi questo tipo di caccia, chiamata Grindadráp, viene effettuata solo sulle Isole Fær Øer - dove vengono uccisi ogni anno circa mille animali.
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