Austria, un altro tir di disperati. E sulle nostre coste nuovi assalti

Tragedia sfiorata, sul camion tre bimbi disidratati, in Grecia muore un quindicenne. In Italia ieri sono sbarcati oltre 1.300 profughi

Austria, un altro tir di disperati. E sulle nostre coste nuovi assalti

Mentre si muove anche il segretario delle Nazioni Unite, che ha organizzato con i capi di Stato un incontro speciale il 30 settembre al Palazzo di Vetro, in Austria è stata sfiorata un'altra strage di migranti. La polizia ha fermato un Tir con 26 clandestini a bordo nella cittadina di Peter am Hart, nei pressi della frontiera tedesca. Sul camion sono stati trovati anche tre bambini in condizioni critiche a causa della disidratazione. «Lo staff medico ha detto che non avrebbero potuto resistere a lungo», ha spiegato la polizia austriaca. Il conducente del camion, un romeno di 29 anni, è stato arrestato dopo un inseguimento, mentre i bimbi assieme ai genitori sono stati trasportati all'ospedale.

In Grecia invece un profugo di 15 anni è stato trovato morto per asfissia su uno yacht che trasportava altri 59 migranti. Il battello è stato fermato davanti all'isola di Simi da una nave dell'operazione Frontex, dopo aver cercato di speronare il vascello dei militari. E non si ferma la conta dei morti e dei dispersi nel Mar Mediterraneo. Si aggrava, infatti, il bilancio del naufragio di giovedì notte al largo della Libia. Sul barcone in avaria erano a bordo circa 500 persone, come ha confermato l'agenzia Onu per i rifugiati: 198 i superstiti, 117 i corpi recuperati, circa 200 i dispersi. Una milizia locale della città libica di Zuwara ha annunciato di aver arrestato i tre criminali, ritenuti responsabili della strage in mare, identificati grazie alle informazioni fornite dai sopravvissuti. «Gli arresti saranno un deterrente per questo devastate fenomeno – hanno affermato i miliziani in un comunicato -. Siamo attivamente impegnati nel contrasto di ogni tipo di crimine». Il segretario dell'Onu Ban Ki-moon si è detto «inorridito e con il cuore spezzato per la morte dei rifugiati nel Mediterraneo e in Europa» e ha invitato la comunità internazionale a «mostrare maggiore determinazione nella risoluzione dei conflitti e di altri problemi che non lasciano alle persone altra scelta che fuggire. Altrimenti il numero degli sfollati, oltre 40mila al giorno, non potrà che aumentare».

Nonostante la scia di morti, continua l'assalto alle coste italiane. Anche ieri si sono susseguiti gli sbarchi di disperati. A Messina sono arrivati 683 profughi partiti dalle coste libiche e soccorsi in mare dalla nostra Guardia costiera. Nella stiva del barcone c'erano anche i cadaveri di due donne. Altri 415 migranti sono sbarcati a Taranto dalla nave Phoenix. E poi un altro sbarco in Calabria, a Corigliano, dove sono arrivate 254 persone di varie nazionalità. Ma non si ferma l'assalto neppure al confine ungherese. Ieri le autorità di Budapest hanno deciso di bloccare il traffico ferroviario dei convogli locali alla frontiera con la Serbia. In questi treni, infatti, si nascondono numerosi clandestini, che entrano nel Paese aggirando così la barriera metallica da poco innalzata dal governo ungherese.

Nel frattempo, è stato rilasciato il camionista italiano di 50 anni arrestato l'altro ieri in una stazione di servizio nella contea di Surrey, nel sud dell'Inghilterra, dopo

che nel cassone del suo mezzo erano stati trovati 27 migranti. L'autista non sapeva di avere dei clandestini a bordo e sarebbero stati proprio questi ultimi a confermare alla polizia di essere saliti di nascosto sul camion.

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