Austria, orrore in autostrada: trenta cadaveri in un camion

La polizia ha scoperto i corpi in un Tir fermo da giorni Un altro barcone affondato al largo della Libia: 200 a bordo

Una strage dopo l'altra. L'Europa resta a guardare la scia di disperati che perdono la vita nel tentativo di introdursi illegalmente nei Paesi del Vecchio Continente. Dopo i 52 migranti morti asfissiati nella stiva di un barcone, soccorso nel Canale di Sicilia, altri profughi (sembra una trentina) sono rimasti soffocati ieri nel cassone di un Tir sull'autostrada A4 in Austria, tra le località di Neusiedl e Parndorf, a sud est di Vienna. Il camion frigorifero, con targa ungherese, era parcheggiato sulla corsia di emergenza ed è stato segnalato alla polizia dal personale di servizio autostradale perché era in sosta da almeno un giorno. La polizia austriaca sta dando la caccia al conducente, che dovrebbe essere un romeno che aveva acquistato il veicolo da un'azienda slovacca che produce insaccati.

Il ministro dell'Interno austriaco Johanna Mikl-Leitner ha chiesto il massimo sforzo per catturare i trafficanti di esseri umani. «È un giorno buio per l'Austria - ha detto invocando la tolleranza zero -. Queste persone devono stare dietro alle sbarre, devono sapere che in Austria non c'è spazio per loro».

Ma il dramma umanitario sembra non avere mai fine. Ieri sera è giunta notizia dell'affondamento al largo di Zuara in Libia di un barcone sovraccarico con a bordo 200 persone. Non più di una trentina sarebbero stati tratti in salvo, mentre gli altri sono morti o dispersi. E sarebbero almeno duemila gli immigrati morti quest'anno nel tentativo di raggiungere l'Europa. Un numero in continua crescita, spiega l'Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), visto che in tutto il 2014 le vittime erano state circa 1.600.

D'altronde, la politica delle porte aperte non fa altro che rinfocolare la speranza di una moltitudine di immigrati, che sognano una vita migliore senza conoscere i rischi che corrono con i trafficanti di uomini.

Ironia della sorte, mentre la polizia austriaca faceva il macabro ritrovamento, a Vienna era in corso una conferenza internazionale sull'immigrazione, dove sono intervenuti i leader di molti Paesi europei, Angela Merkel compresa. «Siamo tutti sconvolti dalla notizia agghiacciante dei profughi morti nel Tir. Questo è un ammonimento all'Europa – ha detto la cancelliera tedesca – affinché offra solidarietà e trovi soluzioni».

Il ministro Milk-Leitner dal canto suo ha chiesto all'Ue di istituire subito dei centri di accoglienza lungo i confini dell'Unione «per permettere il trasferimento in sicurezza dei profughi nei 28 Paesi membri. Questo è adesso il passo più importante». «Troveremo il modo di distribuire il carico e le sfide in modo equo», le ha fatto eco la Merkel, aggiungendo che è sua «ferma convinzione che l'Europa, come continente ricco, è in grado di risolvere il problema».

Anche il responsabile della politica estera Ue, Federica Mogherini, ha sottolineato l'importanza di affrontare l'emergenza in un'ottica europea. «Non possiamo continuare con un minuto di silenzio ogni volta che vediamo gente morire», ha detto. Il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, si è invece messo sulla difensiva: «Abbiamo presentato l'agenda sull'immigrazione a maggio. Alcuni ministri ci criticano per la nostra inattività, ma la colpa va data agli Stati membri, non alla Commissione».

Gli immigrati morti

quest'anno nel tentativo di raggiungere

illegalmente l'Europa

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